rotate-mobile
Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Schiaffo alla "baby ginnasta", allenatrice finisce a processo

Non si placano le polemiche sul caso, risalente al 2017, che ha visto protagonista un bambina di 8 anni che avrebbe ricevuto un ceffone in viso da una istruttrice della palestra Gymnasium di Treviso. La donna è stata rinviata a giudizio per abuso dei mezzi di correzione

Uno schiaffo per un esercizio alla trave effettuato con superficialità, tanto che la baby atleta cadde rovinosamente ma fortunatamente non vi furono conseguenze. O invece il gesto di una allenatrice che colpì al viso la giovane, che al tempo aveva solo 8 anni, infuriata per l'errore. Non si placano le polemiche intorno al M.F., direttrice della società sportiva Gymnasium di Treviso e coach di livello nazionaledella ginnastica ritmica, accusata di aver dato un ceffone ad una ginnasta in erba. L'episodio sarebbe risalente al 2017 e per quei fatti la Ferrari è stata rinviata a giudizio (l'accusa è abuso dei mezzi di correzione) dalla Procura della Repubblica di Treviso. La prima udienza del processo alla donna si terrà nell'ottobre del 2023.

Il caso era emerso nel novembre dello scorso anno ma nelle settimane scorse è arrivata la notizia del rinvio a giudizio. M.F. (difesa dall'avvocato Luigi Fadalti), che sempre nel 2017 aveva patteggiato per quei fatti un mese di sospensione e 300 euro di multa (senza incolpazione) davanti alla Procura federale, si difende sostendendo che pPur non negando che, con particolare riferimento alla squadra agonistica, sia stato adottato un metodo severo, volto ad affermare concetti di autodisciplina e massima attenzione nell'esecuzione anche dei più banali esercizi, allo scopo di prevenire eventuali infortuni, nego assolutamente che siano mai stati adottati comportamenti violenti, sia fisici che verbali, tesi a recare danno in alcun modo alle atlete: il bene delle atlete è stato e sarà sempre la stella polare che orienta tutta la mia attività di allenatrice». 

«Gli atti contenuti nel fascicolo del pubblico ministero - prosegue l'allenatrice -   prospettano una realtà mistificata e distorta (vi sarebbero testimonianze di atlete che confermerebbero i suoi modi "bruschi" con le giovani ginnaste, n.d.r.) che non ha alcun riscontro con quanto effettivamente avveniva e avviene giornalmente in palestra. In effetti, leggendo le testimonianze raccolte dalla polizia giudiziaria e gli scritti presentati da alcuni allenatori e da alcune ex atlete, ho avuto la sensazione che non stessero descrivendo l'ambiente di lavoro in cui vivo da circa 15 anni, bensì un quadro assolutamente incompleto, parziale e in ultimo falsato da sentimenti malmostosi che hanno esitato in un vero e proprio stravolgimento della realtà dei fatti».
  

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Schiaffo alla "baby ginnasta", allenatrice finisce a processo

TrevisoToday è in caricamento