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Cronaca

Case popolari, famiglia denunciata per abuso edilizio e danneggiamento

Si tratta di un alloggio concesso, a titolo temporaneo, al nucleo familiare di Jenny Levacovic. Controlli del Comune hanno evidenziato interventi non consentiti che avrebbero causato danni agli interni per oltre 22 mila euro. Ora l'Amministrazione di Treviso ha deciso di trascinare gli ex inquilini in Tribunale

Siamo nell'inverno del 2021 e a  S.Bona, quartiere ad alta concentrazione di case del comune o Ater concesse a nuclei famigliari bisognosi, sono in corso delle verifiche di routine da parte dei personale tecnico dell'amministrazione comunale. Quello che viene scoperto in un appartamento rasenta l'incredibile: la casa comunale, data come soluzione temporanea di non più di un anno, è irriconoscibile. Al suo interno gli inquilini hanno buttato giù i muri divisori creando nuovi spazi e danneggiato i portanti. Scatta la segnalazione, cui segue una verifica e quindi parte un procedimento per sospendere l'assegnazione, facendo sloggiare gli inquilini. Ora, a distanza di due quasi due anni, il Comune di Treviso, proprietario dell'alloggio, ha deciso di andare per le vie legali. Perchè ci sono circa 22 mila euro di danni alla casa che l'amministrazione guidata da Mario Conte esige adesso a titolo risarcitorio, fermo restando l'adozione della procedura di mediazione o della negoziazione assistita.

L'abitazione era stata assegnata a Jenny Levacovic, una trentenne rom, e al suo nucleo famigliare. La donna sarebbe una lontana parente di Ronnie Levacovic, il giovane che il 24 marzo del 2022 tamponò e uccise, in un terribile schianto avvenuto lungo il Terraglio, la macchina di Mara Visentin e Miriam Cappelletto e che per quei fatti, nello scorso marzo, ha patteggiato una pena di tre anni e quattro mesi. Anche lui assegnatario di una casa popolare per incapienza reddituale ma la sera del tragico incidente sfrecciava a bordo di potente Bmw.

La casa era stata assegnata come soluzione temporanea per far fronte a difficoltà economiche della famiglia, che evidentemente aveva dimostrato di non poter sostenere un affitto sul mercato libero. Ma appena entrati i Levacovic avrebbero “plasmato” l'abitazione a loro piacimento: i muri che separavano la cucina dal salotto erano stati abbattuti per lasciare spazio ad un grande "open space", così come erano state rese più grandi le altre stanze. Questo abuso edilizio, i cui lavori non sono mai stati registrati né, normativa alla mano avrebbero potuto essere approvati o sanati, sono stati eseguiti alla "bene meglio". E infatti, nel rimodellare le stanze, la famiglia danneggia anche i muri portanti e alcune condutture. I Levacovic, ancor prima che il Comune abbia eseguito una stima dei danni, perdono l'assegnazione. Poi viene eseguita una valutazione che registra danneggiamenti per un valore di circa 22 mila euro. E l'Amministrazione decide di dare mandato all'avvocatura comunale e trascinare in tribunale gli ex inquilini.
 

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