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Lunedì, 5 Giugno 2023
Cronaca

Droga "dello stupro", condannati i due spacciatori

Nicolò Burighel, 35 anni di Treviso, e Mauro Chemello, 40enne di Romano d'Ezzellino, hanno ricevuto rispettivamente 2 anni e 4 mesi di reclusione, con il beneficio della condizionale. Il legale dei due, l'avvocato Giorgio Pietramala, ha già annunciato l'intenzione di ricorrere in Appello

Condannati gli spacciatori della cosiddetta "droga dello stupro". Nicolò Burighel, 35 anni di Treviso, e Mauro Chemello, 40enne di Romano d'Ezzellino, hanno ricevuto rispettivamente 2 anni e 4 mesi di reclusione, con il beneficio della condizionale. Il legale dei due, l'avvocato Giorgio Pietramala, ha già annunciato l'intenzione di ricorrere in Appello.

Erano stati gli esami tossicologici a inchiodare i due, test che hanno detto chiaramente che la soluzione ritrovata era una variante chimica del Gbl, utilizzata per la produzione di farmaci dopanti e non «liquido per pulire macchine per la stampa che commercializzo», come dichiarato da Burighel al gip Bruno Casciarri. Il 35 enne e il 40enne sono accusati della detenzione e spaccio di altre sostanze psicoattive, metanfetamine, ecstasy, ketamina, eroina, morfina, e per la ricettazione di altri dopanti, tra cui una sintesi del testosterone. 

Le manette ai polsi di Burighel e Chemello erano scattate nell’ambito di un controllo mirato. Il 35enne era stato fermato mentre si trovava alla guida della sua Mercedes. Nel portabagagli gli agenti della squadra mobile di Treviso avevano trovato dei flaconi contenenti il “gbl”, un liquido inodore e incolore. A quel punto è scattata la perquisizione nella casa che Burighel condivide con Chemello, disoccupato e con un passato da body builder. All’interno dell’appartamento sono stati rinvenuti anabolizzanti e sostanze potenzialmente dopanti che i due, nelle ipotesi degli inquirenti, avrebbero smerciato probabilmente sfruttando i loro contatti con persone che frequentano gli ambienti degli appassionati di pesistica. Tra queste anche dosi di ketamina e morfina, alcuni integratori alimentari e un bilancino che sarebbe servito, secondo gli investigatori, per confezionare le dosi

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