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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Fa scendere passeggero senza biglietto: condannato per tentata violenza privata

Sentenza del giudice del tribunale di Belluno nei confronti del controllore di Trenitalia, Andrea Favaretto, trevigiano: deve scontare 20 giorni di reclusione e pagare le spese legali

BELLUNO Condannato a venti giorni di reclusione e al pagamento delle spese legali per il reato di tentata violenza privata. Questa la sentenza, emessa dal giudice del Tribunale di Belluno nei confronti di un controllore di Trenitalia, il trevigiano Andrea Favaretto. L'uomo, pizzicato un viaggiatore con biglietto chilometrico non regolare, un cittadino nigeriano, lo aveva fatto scendere dal treno. Lo straniero era partito dalla stazione di Belluno in direzione di Padova. Nei pressi della stazione di Santa Giustina Cesiomaggiore il controllo svolto da Favaretto ed il passeggero esibisce il biglietto, non timbrato. Lo straniero viene fatto scendere con il suo bagaglio, si avvicina alla macchina timbratrice, oblitera e tenta subito di risalire a bordo del treno. E' in questo frangente che Favaretto, in base alle indagini svolte dalla Procura, avrebbe detto all'africano: "Se sali, ti denuncio". Ed è questo il comportamento contestato al controllore che, dopo la denuncia dello straniero, passò al contrattacco, denunciandolo a sua volta perchè, a suo dire, lo aveva malmenato. A riportare la vicenda è la Tribuna di Treviso in edicola oggi, giovedì 18 gennaio.

LA SOLIDARIETA' DI ZAIA E LA REPLICA DI LAURA PUPPATO "Esprimo piena e totale solidarietà al capotreno coinvolto in una vicenda incomprensibile per la gente comune, e a tutti i lavoratori delle Ferrovie dello Stato, costretti a fronteggiare sempre più difficoltà per il solo fatto di compiere il loro dovere. Fatta questa doverosa premessa invito tutti, a cominciare dal legislatore, a chiedersi quali siano le cause reali che portano a certe situazioni”. Lo dice il Presidente della Regione del Veneto in relazione alla vicenda di un capotreno padovano, condannato a venti giorni per violenza privata, e sul quale incombe anche un procedimento per abuso d’ufficio, per aver fatto scendere dal suo treno un viaggiatore che viaggiava con biglietto irregolare. “Il fatto che il viaggiatore in questione sia straniero o italiano, bianco o di colore – aggiunge il Governatore – non ha alcuna rilevanza. Ha rilevanza che di fatto viaggiava senza aver pagato od obliterato correttamente il biglietto. La vera questione da affrontare sono le leggi colabrodo vigenti in questo paese, che in una intera legislatura il Parlamento non ha saputo modificare nella direzione della difesa della legalità invece che di un malinteso garantismo per chi non rispetta le regole del vivere civile”. “Per una volta – esorta il Presidente del Veneto – non ci si concentri sui magistrati e sui loro atti, ma sul Parlamento, e ci si chieda quali leggi ha prodotto, consegnandole alle giurisdizioni che le devono poi applicare. Io mi chiedo: il Parlamento cosa fa e cosa ha fatto? Perché in Europa le leggi non spediscono alla sbarra chi fa rispettare la legge bensì mandano sotto processo chi le viola? Come sarebbe stata punita la violazione nel paese di provenienza del signore pizzicato col biglietto non valido?”.

"Devo ammettere sinceramente di non aver compreso la sentenza che ha condannato un capotreno per un gesto che sembrerebbe assolutamente in linea con il doveroso e corretto comportamento professionale del suo ruolo". Lo dice Laura Puppato, senatrice PD. "Luca Zaia ha scelto comunque di scendere nel ridicolo accusando il Parlamento, è evidente che il problema non è la legge, che + un codice e non scrive sentenze. Inoltre le sentenze per essere comprese vanno lette ora abbiamo solo il dispositivo quindi dobbiamo discutere senza conoscere motivazioni e analisi fatta dal giudice. Ricordo allo smemorato Zaia che la legge non è cambiata da quando lui era Ministro della Repubblica e che abbiamo avuto sentenze in contrasto tra loro più volte sconfessate nei diversi gradi di giudizio - ha aggiunto - va bene che siamo in campagna elettorale, ma ormai il governatore è a corto di motivi polemici e fa sentire ben chiare e stridenti le sue unghie graffiare sugli specchi".

“Questa sentenza - dichiara il consigliere regionale Antonio Guadagnini (Siamo Veneto) - è semplicemente assurda. Il comportamento del capotreno, che ogni giorno ha a che fare con personaggi che non rispettano le regole e reagiscono con atteggiamento sprezzante ai richiami, è stato ineccepibile. È bene sottolineare che il nigeriano in questione ora non vive più in Italia perché è stato espulso e al momento risulta irreperibile, mentre una persona per bene che ha solo svolto il suo lavoro, tutelando i passeggeri onesti, potrebbe dover scontare una pena superiore ai tre anni in carcere come fosse un delinquente comune.

La magistratura dovrebbe pensare a perseguire i veri reati e non i pubblici ufficiali che agiscono nell’interesse della collettività. Un caso come questo crea un precedente pericoloso che metterà in difficoltà i controllori dei treni, che da oggi in poi, per paura di poter incappare in condanne di questo tipo, si guarderanno bene (a ragione) dallo svolgere fino in fondo il loro lavoro. Episodi come questo danneggiano irreparabilmente l’immagine delle giustizia italiana, perché danno l’impressione che essa confonda sempre più spesso i malfattori con persone per bene mandando inoltre un messaggio devastante ai furbi che capiranno di poter continuare a fare quello che vogliono rimanendo impuniti.”

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