Medicinali spariti, direttore della farmacia dell'ospedale indagato per peculato
Insieme a lui sono finite sotto inchiesta altre tre suoi collaboratori. Il legale: «Siamo al lavoro per preparare una memoria scritta al pubblico ministero che chiarirà ogni cosa»
Sarebbe una "faida" all'interno della Usl 2 all'origine della denuncia presentata a giugno e che ha portato all'indagine, coordinata dal sostituto procuratore Mara De Donà, che vede nei guai il responsabile della farmacia dell'ospedale di Treviso e altri 3 suoi collaboratori. Lo sostiene Sergio Calvetti, il legale che rappresenta il direttore della stessa farmacia, sotto inchiesta, come gli altri dipendenti dell'azienda sanitaria trevigiana, ?per il reato di peculato.
«Una segnalazione - dice l'avvocato - arrivata sul tavolo del direttore generale Benazzi e che nasce da un "fraintendimento" macroscopico di cui abbiamo le prove e che è stato usato per scopi che con la medicina non hanno nulla a che vedere. Siamo al lavoro per preparare una memoria scritta al pubblico ministero che chiarirà ogni cosa».
La vicenda riguarda il caso di centinaia di farmaci spariti nel nulla dalla farmacia dell'ospedale, senza lasciare, apparentemente, alcuna traccia sugli appositi registri ospedalieri. E' quindi scattato un sopralluogo dei Nas dei carabinieri al Ca' Foncello di Treviso. Il controllo è scattato dopo una segnalazione anonima inviata a fine giugno alla Direzione Sanitaria nella quale si indicavano delle anomalie nella distribuzione dei farmaci, una situazione che sarebbe perdurata per diversi mesi. Da capire ora, anche grazie all'aiuto fornito dalla stessa Ulss 2, se si sarebbe trattato di un furto a "scopo terapeutico personale" di alcuni dipendenti o se possa trattarsi di un sistema organizzato volto alla rivendita al mercato nero delle medicine.
«I medicinali in questione - ribadisce l'avvocato Calvetti - sono confezioni che vengono restituite dai familiari dei riceventi, spesso farmaci anti tumorali che non possono essere rimessi in vendita per la semplice ragione che vengono di distribuiti gratuitamente. I carabinieri del Nas hanno trovato alcuni scatoloni che non sarebbero stati registrati correttamente, noi invece sosteniamo che sono stati immagazzinati nel modo richiesto, tanto da presentare persino il nome e il cognome di chi li ha restituiti".
Due dei collaboratori del direttore della farmacia, difesi dall'avvocato Fabio Capraro, sarebbero pronti a farsi sentire dal magistrato.