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Cronaca

Due tentate rapine e una evasione, 60enne se la cava con una condanna lieve

A Paolo Menoncello, 60enne ex agente di commercio colpito dalla crisi, sono stati inflitti 7 mesi e 10 giorni per i colpi che ha cercato di mettere a segno all'ufficio postale di Paese e alla sede della Volksbank di Quinto. Arrestato nella primavera del 2021 e messo ai domicilari era evaso per recarsi in una farmacia ad acquistare medicine che servivano alla madre, facendosi però beccare e finendo in carcere

Ha tentato per due volte di compiere una rapina, prima all'ufficio postale di Paese, che dista meno di 5 chilometri da casa sua, poi, quattro giorni dopo, alla sede della Volksbank di Quinto. Arrestato nella primavera del 2021 e finito ai domicilari era evaso per recarsi in una farmacia ad acquistare medicine che servivano alla madre, facendosi però beccare. E per lui si erano aperte le porte del carcere.

Malgrado questa "striscia" di reati, commessi tutti nel marzo dell'anno scorso, Paolo Menoncello, agente di commercio 60enne, se l'è cavata davvero con poco. L'uomo, un incensurato che aveva detto di essere stato preso dalla disperazione per la sua condizione economica, è stato condannato (in abbreviato) a 6 mesi e 20 giorni di reclusione per le due rapine e a 20 giorni di carcere per l'evasione (entrambe sospese). In tutto fanno soltanto 7 mesi e 10 giorni di galera.

Menoncello (difeso dall'avvocato Federico Vianelli) aveva tanto il primo colpo all'ufficio postale del suo Paese. «Ci ero andato con la mia macchina, una Volvo V40 station wagon - aveva raccontato -  quella che usavo per fare il rappresentante. Quando sono entrato ho provato a fare il duro. Gridavo, chiedevo i soldi ma avevo più paura delle persone che stavano dietro le casse che loro di me. Mi sono fatto dare il malloppo, sembrava fatta». Ma, non essendo un rapinatore professionista, era risultato tanto impacciato da essere stato fermato da due uomini. 

Il secondo tentativo di rapina lo ha invece commesso solo pochi giorni dopo a spese di un banca, questa volta a Quinto. «Sono entrato con il volto coperto, ho chiesto i soldi a una impiegata. Mentre mi parlava è sbiancata, ha perso forza sulle gambe e si è seduta. Mi è dispiaciuto un sacco vederla così provata. Non me la sentivo di continuare e così sono uscito, me ne sono tornato a casa. Poi sono arrivati i carabinieri».

Il 60enne, divorziato, padre di un figlio, ha spiegato le ragioni dei suoi gesti attribuendone la causa alla sua situazione finanziaria disastrosa. «Tutto è iniziato - dice-  quando, finita la carriera di agente di commercio, ho rilevato l'azienda di mio padre, la Commerciale trevigiana Tuttauto. L'ho presa che  aveva debiti per 3 milioni di euro e la situazione non è migliorata, tanto che nel 2004 siamo arrivati al fallimento. Così sono tornato a fare il rappresentante. Negli ultimi 10 anni ho venduto contratti per le utenze di luce e gas, poi è arrivata la pandemia e la terribile crisi economica. Fino a poco tempo fa per uscire di casa indossavo giacca e cravatta e invece un anno fa mi sono ritrovato a provare un passamontagna: guardavo l’uomo riflesso sullo specchio e mi chiedevo chi fosse. Ora per la legge sono un rapinatore, in realtà sono soltanto una persona disperata, che viveva con 1.200 euro mese di cui la metà se ne va in spese».

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