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Cronaca

Assunti con titoli di studio falsi: 101 "furbetti" della scuola denunciati

L'operazione "101 e lode" della Guardia di finanza di Treviso, in collaborazione con l'ufficio territoriale scolastico. Dal 2018 al 2020, i falsi diplomi per ottenere contratti a tempo determinato

Avevano presentato autocertificazioni fasulle, diplomi falsi, spesso conseguiti con il massimo dei voti, o titoli concessi da "diplomifici" della Campania (istituti non paritari in grado di sfornare fino a 700 diplomati ogni anno), o ancora dichiarato titoli di servizio falsi, attestando di aver lavorato in altri istituti del sud Italia. Sfruttanto la farraginosità della burocrazia riuscivano a scalare le graduatorie del personale scolastico Ata (amministrativo, tecnico e ausiliario) della provincia.

Sono ben 101 le persone, la stragrande maggioranza bidelli, ad essere finiti nelle maglie di una maxi indagine della Guardia di Finanza di Treviso. Si tratta di personale attualmente ancora in servizio. Sono accusati di aver "truccato", presentando titoli falsi, la graduatoria relativa al triennio 2018-2020. Proprio i troppi voti altissimi (molti 100/100) hanno fatto insospettire l'ufficio territoriale e avviato l'indagine delle fiamme gialle. Dovranno rispondere tutti falso ideologico commesso da privato in atto pubblico. Scattata anche una segnalazione alla Corte dei Conti per un danno erariale di 2 milioni di euro. In alcuni casi i dirigenti scolastici hanno già adottato il provvedimento di risoluzione del contratto di lavoro mentre, alla luce degli esiti dell'inchiesta delle gialle gialle, l'ufficio territoriale scolastico ha già provveduto a depennare delle graduatoria una ventina di persone che avevano presentato titoli falsi.

Il 76% degli indagati sono originari della Campania e nella stessa regione avevano sede istituti scolastici che non avevano alcun titolo nel concedere diplomi. Solo due le trevigiane finite nella lista degli indagati: si tratta di una donna di Castelfranco che risultava aver prestato, solo sulla carta, servizio in una scuola di Caserta (per avere un punteggio più alto in graduatoria) e una giovane ragazza di Conegliano che aveva ottenuto un diploma in Campania. Nel video il commento del comandante provinciale della Guardia di Finanza di Treviso, Francesco De Giacomo.

Gli indagati sono principalmente concentrati a Treviso e dintorni (ben 38), a Castelfranco, (20), Conegliano (10) e Oderzo (4). Come detto a far scattare l'indagine sono stati alcune anomalie: ai primi posti della graduatoria, infatti, si sono sistematicamente posizionati candidati che hanno attestato di aver conseguito diplomi di qualifica professionale con votazione di 100 centesimi, oltre al possesso di specifiche esperienze professionali.

L'indagine ha fatto emergere come 43 delle persone assunte, i diplomi sono stati rilasciati da quattro istituti scolastici, situati nelle province di Salerno, Benevento e Avellino, che non erano autorizzati dall’Ufficio Scolastico Regionale allo svolgimento degli esami di qualifica professionale. Questi istituti, già al centro di inchieste giudiziarie poiché sospettati di essere veri e propri “diplomifici”, hanno rilasciato diplomi pur essendo privi del requisito della parità scolastica. Diversi poi sono i casi di diplomi del tutto falsi. Per alcuni di questi, rilasciati da un istituto paritario con sede a Napoli, una circostanza ha fatto aumentare i sospetti degli investigatori: la scuola, nel 2016, ha denunciato il furto degli atti di nomina dei docenti e delle commissioni d’esame, dei verbali d’esame e degli elaborati scritti di diversi candidati, tutti custoditi all’interno di uno scuolabus. E, singolare coincidenza, il furto è avvenuto nello stesso giorno in cui l’Ufficio Scolastico Regionale della Campania ha inviato proprio personale per svolgere un’ispezione sulle attività dell’istituto.

Sette candidati, invece, hanno dichiarato di aver conseguito il diploma presso un istituto scolastico paritario di Caserta nel quale, nel corso di un solo anno scolastico, si sarebbero diplomati circa 700 studenti, nonostante fossero state richieste al Ministero dell’Istruzione solo dieci pergamene e la struttura, sotto il profilo logistico, fosse in grado di curare la formazione di non più di alcune decine di studenti. Altri otto candidati hanno dichiarato di aver conseguito il diploma presso un istituto paritario della provincia di Salerno. Del loro nome, tuttavia, non risulta alcuna traccia nell’elenco dei diplomati per i quali l’istituto paritario ha richiesto al Ministero il rilascio della pergamena. E ancora: il numero progressivo identificativo di tre diplomi, rilasciati ad altrettanti candidati da un istituto paritario della stessa provincia di Salerno, è risultato essere già associato ai diplomi di altrettanti studenti, frequentatori di un istituto statale della stessa regione.

Sono 40, infine, i candidati che hanno dichiarato il possesso di titoli di servizio falsi, attestando di aver svolto attività lavorativa presso altri istituti scolastici privati campani, pugliesi, calabresi e siciliani. Le indagini hanno consentito di accertare che questi non hanno mai percepito compensi per l’attività di servizio che avrebbero prestato, mentre gli istituti scolastici privati, spesso conniventi, hanno omesso di comunicare l’avvio del rapporto di lavoro e, di conseguenza, di versare i relativi contributi previdenziali. Per comprendere come, in alcuni casi, i candidati presentassero delle autocertificazioni grossolanamente false, basti pensare che i recapiti telefonici di un istituto scolastico, presso il quale tre candidati hanno dichiarato di aver svolto lavoro dipendente, corrispondevano a quelli di una gioielleria di Vibo Valentia. Proprio i diplomi conseguiti con il massimo dei voti e gli attestati di servizio hanno permesso a questi candidati di scavalcare illecitamente, nella graduatoria generale, coloro che avevano dichiarato titoli realmente conseguiti.

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