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Lancio di petali e applausi, in 300 per l'ultimo saluto a Joco Durdevic

La comunità rom trevigiana si è stretta attorno alla famiglia del capoclan per l'ultimo saluto al 53enne. Il figlio Riccardo ha potuto usufruire di un permesso dal carcere e ha partecipato alla cerimonia, officiata dal parroco di Santa Maria del Rovere, don Adelino Bortoluzzi

Erano oltre trecento le persone che stamattina hanno partecipato alla chiesa di Santa Maria del Rovere al funerale di Joco Durdevic, il capoclan 53enne mancato lo scorso 15 marzo in seguito alle gravi lesioni riportate nella sparatoria di Borgo Capriolo dell'8 febbraio scorso, quando venne colpito dal nipote 36enne Branko, rinchiuso nel carcere di Venezia per l'omicidio dello zio. Alla cerimonia, officiata da don Adelino Bortoluzzi, ha potuto partecipare anche il figlio di Joco, Riccardo che ha ottenuto un permesso per poter lasciare il carcere di Santa Bona.

Joco

Il quartiere di Santa Maria del Rovere, nella zona tra via Tirindelli (dove vive la famiglia Durdevic) e il piazzale della chiesa, è stato letteralmente militarizzato da polizia e carabinieri. La bara bianca ha lasciato la chiesa tra gli applausi e il lancio di petali di rosa lanciati dai nipotini di Joco. La salma è stata poi tumulata presso il cimitero di San Lazzaro. Presente al funerale anche l'avvocato Francesco Murgia che ha commentato: «Era un uomo di una bontà assoluta, di una tenerezza con i suoi figli e i suoi nipoti, era un uomo che meritava una vita lunga e felice e questo è triste. E' una tragedia che rende tutto più poveri».

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