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Cronaca

Furti alla De Longhi, dipendente indagata per furto continuato aggravato

F.Z., 50enne residente a Ponzano, è accusata di aver sottratto e venduto, prevalente ad amici e parenti, elettrodomestici per almeno tre anni. La Procura di Treviso ha chiuso le indagini che potrebbero portare ad una richiesta di rinvio a giudizio

Centinaia, forse migliaia (si parla di tremila pezzi) portati via dal magazzino della De Longhi. Merce rubata, nelle ipotesi investigative, a partire dal 2018 e almeno per tre anni. La Procura di Treviso ha chiuso le indagini nei confronti di F.Z., la 50enne di Ponzano, dipendente del colosso trevigiano da almeno 20 anni (è stata anche segreteria di un alto dirigente) accusata di aver sottratto articoli (tra cui macchine per il caffè, condizionatori e scope elettriche) dal magazzino. 

Per lei l'ipotesi di reato contestata è furto continuato aggravato. Ora la donna ha un mese per farsi sentire dal pubblico ministero o presentare una memoria difensiva, poi ci sarà la decisione sull'eventuale rinvio a giudizio. F.Z., finita nella rete degli inquirenti insieme ad almeno altre quattro persone, che sono state tutte oggetto di provvedimento di licenziamento da parte della De Longhi, avrebbe trafugato gli articoli che poi avrebbe venduto sotto costo a privati, prevalentemente suoi conoscenti, allargando gradatamente il giro dei clienti. Alcuni pezzi sarebbero persino finiti in vendita sulle piattaforme digitali.

La 50enne si difende asserendo che alcuni dipendenti avrebbero avuto a disposizione la merce del magazzino per fare dei regali  a rappresentanti così come per rispondere alle richieste di associazioni private, ad esempio le "pesche" delle sagre locali. L'azienda invece sostiene  che tutti gli elettrodomestici che escono dal magazzino, sotto qualsiasi forma, devono essere accompagnati da un preciso documento che la merce rubata non avrebbe avuto e comunque F.Z. non sarebbe stata in possesso di questo "privilegio". Ad incastrare la donna alcune delle persone a cui sarebbero stati venduti gli articoli e che avrebbero ammesso la loro provenienza illecita.
 

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