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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Gioielliere sospetta il tradimento della moglie e la maltratta, trovato l'accordo sulle separazione

Protagonista della vicenda un giovane trevigiano, che da quando il matrimonio è finito a rotoli, nella primavera del 2020, si sarebbe accanito contro l'oramai ex coniuge

Lui e lei, belli e giovani, un matrimonio all'apparenza felice da cui nascono due figli e una vita che, grazie all'attività della famiglia, proprietaria di diverse gioiellerie, è agiata. Ma dopo qualche anno succede qualcosa che rompe gli equilibri del menage: forse il sospetto, che nella testa di lui forse diventa una certezza, del tradimento. E così l'unione va in rotoli, al punto che la donna viene denigrata e offesa in pubblico dicendole «adesso spiega a tutti perchè sei un p...».

L'uomo, rampollo 33enne di una importante e ricca famiglia di Treviso, è finito a processo, accusato di maltrattamenti familiari, esercizio arbitrario delle proprie ragioni e stalking. La ex moglie, una 35enne, si era costuita come parte civile ma ad aprile di quest'anno il colpo di scena: impegnati nella causa civile di separazione i due hanno finalmente trovato un accordo sulle seprazione dei beni, sull'assegno per i figli e quello per lei. E così lei ha ritirato le denunce (comunque si continua a procedere d'ufficio) e dal procedimento penale, cancellandosi come parte civile. Il dibattimento, che era stato istruito di fronte al collegio del tribunale di Treviso, composto dai giudici Umberto Donà, Alberto Fraccalvieri e Carlotta Brusegan e poi (per ragioni tecnico-procedurali) passato di fronte al monocratico, riprenderà a metà settembre.

Il matrimonio fra i due sarebbe andato a gambe all'aria nella primavera del 2020. A quel punto il giovane avrebbe iniziato una vera e propria campagna persecutoria e denigratoria. Secondo le indagini non si sarebbe limitato a insultarla ma  l'avrebbe sottoposta a continue vessazioni, svegliandola in piena notte con l'accensione delle luci della camera da letto, gettandole i vestiti nella vasca da bagno piena d'acqua, riprendendola di nascosto mentre si svestiva e inviando le foto rubate con il cellulare ad un gruppo di conoscenti, minacciandola addirittura di raccontare di un suo aborto praticato quando era molto giovane. In una occasione sarebbe arrivato addirittura a seguirla e, mentre si trovava a cena con dei suoi amici, staccarle i cavi della batteria.

Il 33enne avrebbe anche cercato di bloccare il ritorno a casa della consorte non ricorrendo ad un giudice per imporre il suo diritto di proprietà sull'immobile, una bella villa in un comune dell'hinterland trevigiano, ma decidendo di cambiare le serratura e chiudendola fuori. Non prima, però, di agire come un vero e proprio stalker, causando alla 35enne uno stato di ansia e di paura per sé stessa, i figli e persino per la propria famiglia d'origine. E, tra il giugno e il luglio del 2020, facendola pedinare affinché gli venga riferito dove vada e con chi si veda. Poi, a luglio, parte la pletora di messaggi, in cui le avrebbe chiesto di riallacciare i rapporti. La risposta della ex moglie è sprezzante e lui, alla presenza di un gruppo di amici, risponde: «Sei venuta a letto con me in questi dieci anni, a una che mi fa certi servizi non gli viene da vomitare, o no?». 

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