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Cronaca

Giornata della memoria: la storia di Árpád Weisz, dal campo di calcio ad Auschwitz

Buon giocatore di calcio e grande allenatore (scudetto con l'Inter-Ambrosiana nel 1930 e con il Bologna nel 1936 e 1937), che, a causa delle leggi razziali, lui ebreo ungherese, dovette lasciare il suo lavoro e l’Italia

TREVISO Anche quest’anno la Provincia di Treviso celebra il Giorno della Memoria con un’iniziativa particolarmente rivolta ai ragazzi delle scuole superiori della città. La Legge 20 luglio 2000, n. 211 ha istituito il Giorno della Memoria in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Il 27 gennaio 1945 varcando il cancello del campo di sterminio di Auschwitz i soldati russi svelarono le atrocità commesse in quello e in altri campi di concentramento dalla Germania nazista di Hitler. Il 27 gennaio è stato quindi individuato come Giorno della Memoria, al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, e a proprio rischio, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Per riflettere sui tragici avvenimenti che hanno sconvolto l’Europa e l’Italia delle leggi razziali verrà proposto uno spettacolo che racconta la vicenda di Árpád Weisz, buon giocatore di calcio e grande allenatore (scudetto con l'Inter-Ambrosiana nel 1930 e con il Bologna nel 1936 e 1937), che, a causa delle leggi razziali, lui ebreo ungherese, dovette lasciare il suo lavoro e l’Italia. Sparisce improvvisamente da un giorno all’altro. Morirà ad Auschwitz il 31 gennaio 1944. Questa storia rimasta nell’oblio per molti anni e solo in tempi recenti riportata alla sua meritata dignità, viene riproposta con il commento di Riccardo Chieffo, nello spettacolo di narrazione con video proiezioni scritto e interpretato da Davide Giandrini, con l’accompagnamento musicale di Giovanni Rosina.

Accolte dal Presidente Stefano Marcon le autorità civili e militari che hanno presenziato alla cerimonia. Tra queste l’Assessore del Comune di Treviso, Anna Caterina Cabino, Barbara Sardella, Dirigente dell’Ufficio Scolastico Territoriale di Treviso, Stefano Soldan, Sindaco di Pieve di Soligo e Laura Lega, Prefetto di Treviso. Il Consigliere delegato alla Cultura, Roberto Fava, ha introdotto e coordinato la giornata, che ha visto l’importante momento di consegna delle medaglie d’Onore – ritirate dagli eredi -  concesse a nostri concittadini vittime della tragica deportazione nei lager nazisti. Trentin Rino del Comune di Castelfranco Veneto, Ortolan Enrico di Conegliano Veneto, Rusalen Ultimo di Gorgo al Monticano, Ferrari Giovanni di Oderzo, Gimmona Vincenzo di Vittorio Veneto e Merlotto Guglielmo di Volpago del Montello. Stefano Marcon, Presidente del Sant’Artemio, si è rivolto agli studenti presenti  ricordando le parole di Primo Levi nei suoi aforismi più incisivi “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” e chi dimentica il passato è condannato a ripeterlo” esortandoli a spingersi oltre per superare i luoghi comuni ed approfondire costantemente la conoscenza della storia senza fermarsi alla superficie del sentito dire; unica via che può consolidare un futuro alla democrazia.

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