A Treviso oltre mille giovani alla veglia diocesana della Gmg con il Vescovo
La Giornata Mondiale della Gioventù in tutta la Chiesa si è celebrata il sabato che precede la domenica delle Palme e ha portato tanti ragazzi ad avvicinarsi a Gesù
TREVISO “Voi siete il TU di Dio”: questo il tema della veglia diocesana dei giovani con il Vescovo in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù che in tutta la Chiesa si è celebrata il sabato che precede la domenica delle Palme. I giovani si sono ritrovati in Cattedrale, sabato, a partire dalle ore 20.30. Seguendo il cammino cominciato con la veglia di Avvento e guidati dalla figura di Giovanni, il giovane discepolo che desiderava vedere dove abitava il Maestro, ora lo seguiranno nel suo stare accanto a Gesù nei momenti cruciali della sua passione e morte, fino all’alba della Pasqua.
I giovani hanno vissuto inizialmente un momento di sosta e preghiera silenziosa e adorante meditando la scena dell’Ultima cena e lavanda dei piedi, e poi sono stati invitati ad uscire dalla Cattedrale per andare lungo le strade della città accompagnando il Signore sulla via del Calvario. Il cammino li ha poi portati a suddividersi in tre chiese del centro storico – San Vito, San Leonardo e Santa Maria Maggiore - per fermarsi a meditare la stazione in cui Giovanni e Maria, figura della Chiesa, stanno con coraggio sotto quella croce e possono così ascoltare le parole di Gesù.
Questo è un anno particolarmente dedicato ai giovani, a partire dal Sinodo dei Vescovi che papa Francesco ha voluto dedicato proprio a loro, invitandoli ad essere protagonisti di un desiderio di cambiamento, di una nuova spinta missionaria e di annuncio. I giovani trevigiani ascolteranno alcune testimonianze di loro coetanei che hanno deciso di uscire verso le periferie esistenziali – come direbbe papa Francesco – e si stanno mettendo in gioco accanto ai “crocifissi di oggi”. La veglia si è poi conclusa nella chiesa di S. Francesco dove con Giovanni e Pietro anche i giovani giungeranno davanti al sepolcro per sostenersi insieme nella fede, per poter intravedere nei fragili segni del sepolcro vuoto la luce della Pasqua, la presenza del Risorto.