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Cronaca

Dilapidano un milione e mezzo dal conto di un anziano, in tre finiscono davanti al gup

E' circonvanzione di incapace l'accusa per cui, il prossimo 15 settembre, tre persone compariranno all'udienza preliminare. La vittima è un imprenditore 80enne, attualmente in pensione, raggirato a causa delle sue condizioni di scarsa lucidità mentale

Aveva, come si dice, "fatto i soldi" grazie al lavoro come imprenditore nel settore delle fonderie che aveva svolto prima della pensione. Ma gli era rimasto il pallino per gli affari, tanto da essere coinvolto, a 80 anni suonati, nel settore delle ghiaie. Il fatto è che la vecchiaia aveva intaccato le sue capacità cognitive, tanto da essere affetto da una ridotto capacità critica e volitiva. Un soggetto fragile, insomma, che sarebbe stato vittima, secondo le indagini della Procura di Treviso, di un colossale raggiro che lo ha visto dilapidare circa 1 milione e mezzo di euro. Giovedì 15 settembre ci sarà l'udienza preliminare del procedimento carico di tre persone (difese dagli avvocati Guido Galletti, Mariastella Mazzon e Francesco Santini) accusati di circonvenzione di incapace.

Il raggiro, scoperto dall'amministratore di sostegno dell'anziano, sarebbe avvenuto tra il 2015 e il 2018 quando una delle persone rinviate a giudizio, dopo aver ricevuto dal pensionato una serie di assegni circolari per quasi 80.000 euro, costituisce una società di coltivazione e sfruttamento di cave. È l'inizio di un giro vorticoso di bonifici e assegni, tutti naturalmente in uscita dai conti correnti dell'imprenditore, che hanno come causale il presunto acquisto di terreni adibiti a cava e che, nell'acquisizione di una macchina rompisassi per centinaia di migliaia di euro quando il valore era di una trentina di migliaia di euro, ha il caso più emblematico della vicenda.

L'80enne viene poi coinvolto non solo nella presunta attività estrattiva ma anche nel mercato immobiliare e nella lavorazione dei metalli preziosi. Tutto sfruttando la sua ridotta flessibilità mentale e deficit di risposte correttive ad errori. Secondo le indagini ci sarebbero stati almeno una quarantina di
movimentazioni di denaro dal conto corrente dell'imprenditore ai beneficiari, ora chiamati a rispondere di fronte al gup. 

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