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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Viale Jacopo Tasso

La città di Treviso riscopre la sua storia: aperti al pubblico i sotterranei del Bastione di Santa Sofia

Treviso Sotterranea, in collaborazione con l'amministrazione comunale, ha inaugurato ufficialmente il nuovo percorso tra le rovine della città. Viene realizzata così una nuova tappa del progetto 'Sotto sopra le mura' che vuole restituire alla cittadinanza l'accesso a nuove aree appartenenti ad uno dei monumenti più importanti della storia della Marca

TREVISO Giornata storica quella di sabato per la città di Treviso. Si è infatti inaugurata ufficialmente l’apertura del Bastione di Santa Sofia che, dopo più di settanta anni di oblio, finalmente viene reso fruibile al pubblico ampliando le aree coinvolte dal progetto ‘SOTTO SOPRA LE MURA’. La scorsa primavera il bastione, una delle strutture meglio conservate, è stato ripulito grazie ad un progetto di collaborazione fra l’associazione Treviso Sotterranea e i membri dell’associazione Recomensamos, con l’aiuto di Contarina S.p.a.

Oggi riapre al pubblico con una piccola esposizione di foto e mappe, che permetteranno ai visitatori di comprendere meglio la sua storia. In origine era un bastione del sistema difensivo cinquecentesco con la tipica struttura delle casematte sotterranee atte ad ospitare le milizie addette all’uso dell’artiglieria. A metà dell’Ottocento il torrione venne fortemente modificato per la realizzazione del macello comunale: si mantennero solo le strutture esterne mentre gli ambienti ipogei furono sostituiti  da una serie di sei stanzoni utilizzati per la conservazione della carne. Fu modificata anche la situazione idraulica di tutta l’area con la deviazione del canale delle Convertite e la creazione di un sistema di canalizzazione alimentato da una ruota idraulica che portava l’acqua di risorgiva del canale esterno  direttamente dentro la struttura.

Bastione Santa Sofia - TrevisoSotterranea

Nel settembre del 1944, il macello venne colpito da una bomba demolendo l’intera costruzione e riempiendo i suoi ambienti di detriti. Solo negli anni duemila la giunta comunale decise la rimozione dei detriti ed una prima pulizia delle strutture sotterranee superstiti a cui seguirono i nostri interventi di ripristino dell’area. E oggi, nel cinquecentesimo anniversario delle mura, possiamo ritrovare la bellezza di questo luogo carico di storia che è stato modificato e plasmato nel tempo e ha vissuto sulle sue pietre la storia della città di Treviso. All’interno dei suoi ambienti potremo conoscerne meglio il suo percorso grazie ai pannelli con le mappe storiche e i progetti del macello corredati da vecchie foto insieme alla documentazione delle nuove attività di pulizia e di esplorazione.

"L’apertura di questo spazio è uno dei tanti progetti che Treviso Sotterranea è riuscita a realizzare grazie alla collaborazione con l’ammirazione Comunale; molti altri sono in cantiere e in fase conclusiva, altri verranno realizzati nei prossimi mesi. Uno dei progetti a cui stiamo collaborando - dichiara il fondatore dell'Associazione Roberto Stocco - è l’iniziativa promossa dall’assessore Luciano Franchin per celebrare i cinquecento anni delle mura, con lo scopo di far riscoprire ai trevigiani il  valore del più grande monumento cittadino. Un lavoro che invece inizierà a breve è un ampio studio dell’idraulica antica e moderna del centro storico di Treviso, in particolar modo rivolto alla ricerca dei tratti nascosti dei canali delle Convertite e delle Cantarane, le fosse a protezione delle antiche mura medievali.

"In questi giorni si stanno definendo gli ultimi particolari di un progetto che prevede la collaborazione tra Treviso Sotterranea  e l'ufficio controllo e gestione delle acque e l’assessore Ofelio  Michielan  che permetterà di  individuare, censire, mappare molti dei cunicoli sotterranei, valutarne lo stato di conservazione e di conseguenza la loro funzionalità. La sinergia fra diversi enti, associazioni, uffici pubblici e  istituzioni che abbiano a cuore le stesse tematiche e gli stessi scopi, permetterà di operare progetti più ampi e più fruttuosi, alcuni che stanno vedendo già la luce, e di coinvolgere un numero più grande di persone con interessi comuni che potranno lavorare insieme per conoscere meglio, preservare e rendere fruibili questi monumenti di grande valore".

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