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Cronaca Carbonera

Travolto e ucciso da un carico di 5 quintali che stava scaricando dal camion

Tragedia in provincia di Bergamo alle 7.45 alla Plastic Leffe, in via Pezzoli D'Albertoni. A perdere la vita un autotrasportatore 59enne di Carbonera, Bruno Bardi, dipendente della Codognotto di Salgareda

Un uomo è morto, questa mattina, in un cantiere a Leffe, in provincia di Bergamo. La vittima è un 59enne di Carbonera, Bruno Bardi, che intorno alle 7.45 è stato travolto mentre lavorava alla Plastic Leffe, in via Pezzoli D'Albertoni. L'operaio ha riportato un gravissimo trauma da schiacciamento, e i soccorritori del 118 non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Sul posto anche i carabinieri per le indagini.

La vittima, autotrasportatore dipedente dell'azienda Codognotto di Salgareda, secondo quanto ricostruito da vigili del fuoco e i carabinieri della stazione di Clusone intervenuti presso la ditta bergamasca, sarebbe stato travolto da un carico di 5 quintali che stava scaricando dal mezzo pesante che aveva appena parcheggiato nel cortile dell'azienda di Leffe. L'incidente sarebbe avvenuto mentre l'autotrasportatore stava sciogliendo le cinghie che reggevano il carico, che lo ha appunto travolto. I soccorsi sono stati vani.

Bardi viveva con la madre in via Bianchini a Carbonera, non si era mai sposato e non aveva figli. Lascia un fratello e una sorella. Lavorava alla Codognotto da oltre vent'anni e in precedenza aveva svolto il lavoro di autotrasportatore in proprio.

“Ripresa in sicurezza, il rilancio dell’economia non può farsi un’ecatombe di lavoratori” alza i toni Mauro Visentin, segretario generale della CGIL di Treviso, alla drammatica notizia dell’ennesimo incidente sul lavoro in provincia di Bergamo che è costato la vita a un autotrasportatore 59enne dipendente della ditta trevigiana Codognotto di Salgareda.

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“È appena trascorsa una manciata di giorni da quando delegati e rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza dei Sindacati hanno votato il Patto della Marca Trevigiana per la Sicurezza e la Salute delle lavoratrici e dei lavoratori, poi presentato a Maria Rosaria Laganà, prefetto di Treviso, e oggi ci ritroviamo nuovamente a guardare l’abisso di una nuova morte. Un altro incidente sul lavoro ha spezzato una vita, un altro decesso per quella che si sta sempre più configurando come una vera e propria strage nei luoghi di lavoro. Una strage non giustificabile in nome dell’economica e della ripresa – tuona il leader della CGIL trevigiana –, il sistema produttivo deve ripartire certo ma a farne le spese non possono essere i lavoratori con le loro vite. Ripartenza è anche e soprattutto sicurezza e salute, oppure non abbiamo proprio imparato nulla da oltre un anno di pandemia”. “Dove stanno le Istituzioni e le rappresentanze datoriali… – chiede Visentin – serve un fronte comune e compatto con interventi urgenti in materia di controlli e formazione, servono sanzioni e serve un cambio di passo culturale a partire dalle nostre aziende”.

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