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Mercoledì, 4 Ottobre 2023
Cronaca

Omicidio Fiera, uno dei presunti killer è indagato anche per lesioni personali

Valmir Gashi, 32enne kossovaro arrestato con lo zio 50enne Afrim Manxhuka in relazione al delitto di cui è rimasto vittima il 46enne connazionale Ragip Kolgeci, è stato il destinatario nei giorni scorsi anche della chiusura delle indagini in relazione ad una aggressione ad un carrozziere italiano

E' un passato burrascoso quello di Vlamir Gashi, il kossovaro 32enne arrestato con lo zio, il 50enne Afrim Manxhuka, in relazione all'omicidio del connezionale Ragip Kolgeci, avvenuto mercoledì 12 ottobre fuori da un bar nella zona di Fiera. Il giovane, che secondo alcuni testimoni sarebbe stato quello dei due a colpire Kolgeci alla testa, ferita da trauma cranico che sarebbe risultato fatale al 46enne, non solo ha due precedenti penali che gli sono valsi la contestazione della recidiva specifica e uno giudiziario, per cui è ancora indagato, ma proprio in questi giorni è stato il destinatario di un ulteriore avviso di chiusura indagini per lesioni personali, reato commesso l'anno scorso.

Gashi era stato condannato una decina di anni fa per tentato omicidio e per sfruttamento della prostituzione. Era finito nei guai con la giustizia anche in relazione al tragico investimento, che avvenne in via Padgora, nei pressi della Chiesa Votiva, l'8 maggio del 2021 e in cui perse la vita Luciano Paro, 76enne, molto conosciuto in città per essere stato il titolare di un supermercato in Piazza Matteotti a Treviso. Con il padre Tahir, Gashi era considerato uno dei passeggeri della famigerata Volkswagen Golf bianca che travolse l'anziano in bici senza poi fermarsi e prestare soccorso. Ma, nel settembre di quest'anno era arrivata la svolta nelle indagini: alla guida dell'auto ci sarebbero stati  R.G., 36 anni, la moglie M.G., 31 anni, e L.G., 41 anni, tutti cittadini kossavari e tutti parenti dei Gashi. Il giovane e il padre sono quindi finiti sotto inchiesta per favoreggiamento: dall'analisi del telefonino di Valmir, sequestrato dagli investigatori, è emersa la geolocalizzazione Google della zona di Maserada dove poi fu trovata la Golf bruciata e che in base alla perizia dei vigili del fuoco fu data alle fiamme dolosamente.

La terza inchiesta è invece relativa ad una aggressione di cui il kossovaro si sarebbe reso responsabile l'anno scorso e avvenuta ai danni di un carrozziere italiano dell'hinterland. L'accusa, in questo caso, è di lesioni personali di cui Gashi si sarebbe reso responsabile insieme ad un altra persona. La Procura ha chiuso le indagini proprio nei giorni scorsi e si appresta a chiedere il rinvio a giudizio. Anche in questo caso il movente, come per l'omicidio di Kolgeci, apparentemente ucciso per un credito di 500 euro che il figlio vantava nei confronti di  Manxhuka, appare piuttosto debole. Si trattarebbe infatti di una quesione legata ad alcuni riparazioni di autoveicoli. Ma come per il delitto di Fiera gli inquirenti sospettano che dietro ci sia dell'altro.   

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