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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Infilfrazioni della camorra, cinque aziende della Marca interdette dal Prefetto

Tutte le attività erano riconducibili ad un casertano residente in provincia e vicino agli ambienti della criminalità organizzata. Il provvedimento firmato da Laura Lega dopo le indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Treviso

TREVISO Un imprenditore casertano, titolare di cinque aziende in provincia (un ristorante, un'azienda edile, un commercio all'ingrosso, un negozio di scarpe e una concessionaria auto) e residente nella Marca, è stato interdetto, con un provvedimento firmato dal Prefetto di Treviso Laura Lega, dalla lista provinciale dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori per la pubblica amministrazione. Questo al termine degli accertamenti svolti dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza che ha accertato che vi sarebbero legami tra la criminalità organizzata, in particolare il clan dei casalesi, e l'imprenditore che gestisce le attività attraverso altrettanti prestanome. Da qui la decisione di firmare le informazioni antimafia interdittive nei confronti delle imprese riconducibili all'uomo le cui licenze risultano ora sospese.

Il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, attraverso il suo Reparto preposto alle investigazioni più delicate, nell’ambito dei compiti di Polizia Economica, svolge un’intensa e costante attività d’intelligence finalizzata a monitorare proprio i soggetti economici a rischio, dietro i quali potrebbero celarsi esponenti vicini alla criminalità organizzata.

In particolare, tra i compiti demandati al Corpo vi è quello di attuare un’azione di vigilanza antimafia, al fine di verificare i requisiti previsti dalla disciplina recata dal Decreto Legislativo 6 settembre 2011, n. 159. Le società operanti in determinati settori economici, che si prestano maggiormente ad essere permeati dalla criminalità, quando intendano iscriversi nell’elenco provinciale dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a tentativo di infiltrazione mafiosa (cd. “white list”), vengono sottoposte ad accurate verifiche ed accertamenti sulla sussistenza dei requisiti di affidabilità previsti dal legislatore. Questi delicati riscontri sono svolti dagli organi di polizia, che forniscono la loro competente collaborazione agli Uffici Territoriali del Governo – Prefetture. Sono proprio gli esiti di tale attento monitoraggio a fornire i necessari elementi di valutazione all’Autorità di Governo, nell’ambito del Gruppo Interforze Provinciale per la verifica e l’analisi delle infiltrazioni della criminalità organizzata negli appalti pubblici e nell’economia.

Le cinque misure adottate dal Prefetto di Treviso hanno natura inibitoria, in quanto rendono il privato imprenditore impossibilitato ad essere parte contrattuale della Pubblica Amministrazione. Si tratta, quindi, di un significativo segnale, che conferma l’efficacia del dispositivo di vigilanza sulla sicurezza economico-finanziaria del territorio che fa capo alla Prefettura e può contare sul decisivo contributo delle Fiamme Gialle trevigiane.

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