rotate-mobile
Cronaca

Avrebbe maltrattato e violentato la figlia, una testimone: «Ho paura, mi ha minacciata»

Il caso è relativo ad un 55enne di Treviso, che aveva ottenuto l'affidamento esclusivo, che avrebbe abusato della figlia da quando aveva 8 anni. La giovane sarebbe stata anche picchiata

«Ho paura, lui sapeva che sarei stata chiamata a testimoniare e mi ha minacciato». Lo ha detto nel corso dell'udienza di oggi, 23 marzo,  una vicina di casa dell'uomo, un residente a Treviso di 55 anni originario di Catania, chiamato a rispondere di violenza sessuale e maltrattamenti nei confronti della figlia, ora maggiorenne. La donna, che ha tre figli, ha raccontato di essere intervenuta in una occasione in cui dalla casa dell'uomo, che si trova al terzo piano (lei abita al secondo) di un condominio in città aveva sentito urla e rumori che le avrebbero fatto pensare che nell'abitazione del 55enne stesse succedendo qualche cosa di serio. «Lui ha risposto alla porta - ha detto - affermando che la ragazzina non lo ascoltava mai. Ma io ho visto delle chiazze di sangue a terra. So che la picchiava, l'ho visto farlo con una cinghia. L'estate scorsa, forse sapendo che ero stata convocata in Tribunale a deporre, sono inziate le minacce, prevalentemente via messaggio. Un giorno ha anche gettato della candeggina sul terrazzino in cui si trovava mia figlia. Sono spaventata dalle eventuali ritorsioni, per questo mi sono fatta accompagnare da un avvocato del centro anti violenze».

La vicenda di cui parla questo processo narra fatti che sarebbero iniziati nel 2012,  quando cioè la giovane aveva solo 8 anni. I genitori formavano una coppia di fatto e quando è finita la relazione la ragazza, già molto piccola, viene affidata alla madre. Dopo qualche tempo, appurato che la mamma non riesce a prendersi cura di lei,  finisce per essere sballotata in una serie di comunità. Poi arriva la richiesta di affidamento esclusivo da parte del padre, che va a buon termine.

Le cose sembrano essersi normalizzate per lei fino a quando alla madre (costuita come parte civile e assistita dall'avvocato Marta Camarotto), con cui avrebbe comunque un rapporto molto conflittuale, fa le confidenze sulle presunte attenzioni di natura sessuale che le rivolge il padre. Oltre a lamentare, dice, dei maltrattamenti. «Sei una t..., una poco di buono, non ti meriti niente» le avrebbe detto l'uomo che, nei sette anni oggetto della denuncia, l'avrebbe picchiata spesso, a volte anche con la cighia dei pantaloni. In una occasione, non approvando l'amicizia che la figlia aveva con una coetanea che aveva avuto problemi di autolesionismo, le avrebbe rotto la scheda sim e fatto a pezzi il telefonino.

Poi la violenza: il 55enne, approffitando del fatto che la ragazza dormiva con lui, l'avrebbe sottoposta a palpeggiamenti delle parti intime e del seno e in una occasione si sarebbe anche fatto toccare. La giovane, che subito dopo la denuncia è stata sentita in incidente probatorio nel corso del quale ha ripetuto tutte le accuse, qualche tempo dopo ritratta tutto. «Non è vero che mio padre ha fatto quelle cose, è mia madre che mi ha spinto a dirlo», dirà agli investigatori. A questo punto il pubblico ministero Daniela Brunetti dispone che venga eseguita una perizia psichiatrica, da cui sarebbe emerso che la giovane, che pare frequentare delle "brutte compgnie", sarebbe in grado «di affermare una cosa e il suo esatto contrario senza rendersi conto degli effetti delle sue dichiarazioni».

«Il mio assistito - spiega il difensore, l'avvocato Michela Nasato - respinge tutte le accuse. La ragazza ha un profilo psicologico segnato dalle difficoltà che ha incontrato fin dalla tenera età, da qui si spiegherebbe la contraddittorietà delle sue dichiarazioni, oltre al fatto di frequentare e aver frequentato delle compagnie che possono aver avuto una grave influenza su di lei». Si torna in aula a novembre.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Avrebbe maltrattato e violentato la figlia, una testimone: «Ho paura, mi ha minacciata»

TrevisoToday è in caricamento