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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Donne maltrattate, le spese legali le paga un anonimo benefattore

L'uomo, un facoltoso imprenditore, si è preso a cuore le causa di tante moglie e compagne che si trovano ospitate in una casa-rifugio, dove sono sfuggite alla violenza di compagni e mariti

In nove anni di matrimonio è stata insultata, umiliata, picchiata e selvaggiamente violentata dal marito, un macedone di 35 anni, con la scusa che lei era una donna e doveva essere sottomessa al maschio.  Lui, che avrebbe vari problemi legati alla tossicodipendenza da cocaina e all'alcolismo, non lavorava e avrebbe utilizzato tutti i soldi che lei guadagnava con il suo lavoro di operatrice presso un casa di riposo del trevigiano per pagare i suoi "vizi". Comportamenti per i quali avrebbe trovato anche la connivenza dei suoi genitori (che vivevano con la coppia), atti che i due anziani avrebbero giustificato con l'idea assurda che "da noi si fa così".

Oggi la donna, che ha denunciato l'uomo - da cui ha avuto tre figli -  per violenza sessuale, rapina e maltrattamenti familiari, ha trovato rifugio presso una casa-comunità. E anche un "angelo custode": tutte le spese giudiziarie, compreso l'utilizzo di eventuali consulenti di parte, gli verrà pagata da un anonimo imprenditore che si è preso a cuore le vicende delle donne maltrattate. «E' una persona facoltosa - spiega il suo legale, l'avvocato Enrico D'Orazio - che non solo si interessa dei casi di mogli e compagne picchiate, vessate e persino violentate, ma che si è messo a disposizione della casa-rifugio per pagare tutte le spese, in particolare quelle legali, che le vittime di questi reati saranno chiamate ad affrontare in futuro».

Nel caso di questa donna c'è stato recentemente anche un incidente probatorio: sono stati sentiti i figli più grandi della coppia (entrambi di nove anni) che di fronte al giudice hanno ripetuto non solo di aver assistito a varie scene di violenza ma soprattutto che loro, in quella dove abitavano, non ci volevano tornare perché «papà e i nonni sono persone cattive». Ora la donna, attesa l'avvio del processo, pensa soltanto a rifarsi una vita. 

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