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Cronaca Codognè

Mascherine "griffate" o con finti marchi CE: sequestri delle fiamme gialle

La Guardia di Finanza di Treviso, in tre operazioni, ha tolto dal mercato 4300 dispositivi di protezione. Intervento anche in un bazar cinese dove la mascherine venivano vendute senza nessun tipo di marchio

Contraffazione dei marchi all’importazione e commercializzazione di dispositivi di protezione individuale e mascherine “chirurgiche”, privi del marchio CE o con indicazione di un organismo notificato senza tuttavia la preventiva autorizzazione in deroga da parte degli organi nazionali competenti. Queste le ipotesi di illecito che la fiamme gialle della Compagnia di Conegliano hanno contestato nel corso di tre distinti interventi che han portato al sequestro di più di 4.300 mascherine, per la maggior parte dispositivi di protezione individuale, ma anche mascherine “chirurgiche” e mascherine “di comunità”.

Il primo degli interventi è scaturito da un monitoraggio dei social network, grazie al quale le Fiamme Gialle coneglianesi hanno individuato una persona che commercializzava mascherine di comunità recanti marchi di note case di moda (Gucci e Prada su tutte) palesemente contraffatti che, pertanto, sono state sequestrate su disposizione dell’Autorità Giudiziaria trevigiana.

Al secondo sequestro, invece, i finanzieri sono giunti grazie all’analisi delle importazioni dalla Cina effettuate da un’azienda di Codognè e al monitoraggio delle mascherine esposte in vendita inun esercizio commerciale coneglianese, gestito da cinesi, nel quale sono state individuate e sequestrate mascherine prive del marchio CE o poste in vendita, in assenza della preventiva autorizzazione in deroga, sia come dispositivi di protezione individuale che come dispositivi medici.

L’ultimo intervento è stato svolto sempre nei confronti dell’azienda di Codognè, dove, nel corso di una perquisizione delegata dalla Procura di Venezia (competente in quanto l’importazione era avvenuta per via aerea a Tessera), sono state sequestrate anche numerose confezioni per le mascherine, sulle quali, in aggiunta alle indicazioni apposte dal fabbricante cinese, era stato riprodotto illecitamente il marchio CE, in maniera tale da ingannare i consumatori sull’idoneità delle mascherine a essere vendute nel territorio dell’Unione Europea.

«I tre interventi -spiegano le fiamme gialle in una nota- testimoniano ulteriormente l’impegno della Guardia di Finanza a tutela del mercato dei beni e della salute dei consumatori, soprattutto nell’attuale fase emergenziale, al fine di consentire agli utenti l’accesso a corrette e complete informazioni e l’acquisto di prodotti certificati e sicuri».

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