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Cronaca

Mentirono al giudice, in tre finiscono a giudizio

Per un 39enne e due 37enni, tutti di San Donà di Piave, è arrivato il rinvio a giudizio per aver dichiarato il falso in un processo per guida in stato d'ebbrezza

«L'ho visto bere qualche cosa prima dell'arrivo della polizia, era sotto shock». Questo avevano riferito nel corso del processo all'amico trovato alla guida dell'auto in stato di ebbrezza dopo essere stato protagonista di un incidente stradale. Ma il giudice  si è convinto che il loro racconto non fosse veritiero e ha fatto in modo che le loro testimonianze, palesemente non veritiere, fossero inviate in Procura a Treviso. Ieri per il 39enne M.D. e i 37enni F.Z. ed E.T., tutti di San Donà di Piave, è arrivato il rinvio a giudizio per falsa testimonianza. 

La vicenda risale al dicembre del 2015 quando M.S., allora trentenne, finì alla sbarra con l'accusa di guida in stato d'ebbrezza. Insieme al passeggero della sua vettura il giovane era rimasto coinvolto in un incidente stradale: la loro versione era che un'auto si sarebbe improvvisamente parata davanti alla vettura di M.S., che per evitarla sterzò a destra finendo in un fossato.

Durante le loro deposizioni i tre veneziani sostennero di aver visto i due bere del whiskey mentre attendevano l'arrivo della polizia. «In macchina - dissero - c'erano delle bottiglie perché chi era al volante al tempo svolgeva l'attività di rappresentante si alcolici. Erano molto turbati da quello che era successo e si fecero un "goccio"; è per quello che la polizia, nel misurare l'alcol test, trovò che avevano bevuto». Tesi che però non ha convinto la Procura, secondo cui non c'è la prova che l'assunzione di superalcolici sia avvenuta successivamente al pauroso incidente, in cui il passeggero dell'auto si procurò ferite che furono curate in Ospedale

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