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Cronaca

Sbaglia a fare la constatazione amichevole, odissea per ottenere il risarcimento

L'uomo, un 72enne residente a Mestre, il 25 aprile del 2018 era rimasto coinvolto in un incidente alla "Rotonda della Pace" a Treviso con un macchina guidata da uno straniero. Nella compilazione dei documenti ha però messo una crocetta nella casella errata, cosa che gli ha impedito di avere i soldi. Dopo quattro anni il Giudice di Pace gli ha dato ragione

Due anni e mezzo di causa e quasi quattro di attesa per essere risarcito dei danni materiali di un banale tamponamento. Tutto per una “crocetta” sbagliata sulla Constatazione Amichevole attorno alla quale l’Uci, Ufficio Centrale Italiano, per non pagare quattromila euro, ha eretto un inaudito muro di dinieghi che finalmente il Giudice di Pace di Treviso, con sentenza depositata il 14 febbraio 2022, ha “demolito”, dando ragione all'automobilista su tutta la linea. E’ una vicenda di mala assicurazione quella toccata ad un residente a Mestre, oggi 72 anni, che il 25 aprile 2018 ha avuto la sventura di essere tamponato alla rotatoria “Porta della Pace” che da Treviso consente di immettersi sul Terraglio. 

Il malcapitato era fermo con la sua Audi A4 in attesa di immettersi nel rondò e stava dando la precedenza ai veicoli che vi transitavano quand’è stato urtato da tergo da un’Opel Astra condotta da un trentottenne di origini rumene residente in Grecia. Nessun dubbio sulle responsabilità, tanto che non è stato necessario “scomodare” le forze dell’ordine per i rilievi: i due conducenti hanno compilato e sottoscritto il modulo Cai. I danni, peraltro, erano limitati ai mezzi e nessuna delle due persone coinvolte ha riportato traumi fisici.

Il risarcimento pareva una formalità ma l'agitazione per essere stato coivolto nel primo incidente stradale della sua vita ha fatto commettere al 72enne un errore: nel redigere la Constatazione Amichevole, alla voce “tamponava un veicolo che procedeva nello stesso senso”, anziché barrare con la crocetta la colonna relativa alla controparte ha segnato la sua. Ma era evidente che si trattava di una svista, perché poi il disegno era stato compilato in maniera corretta e tutta la documentazione fornita, a partire dalle foto dei mezzi, comprovavano senza ombra di dubbio che l’Audi era danneggiata sul posteriore (e l’Opel sul muso), e che a essere tamponato era stato il settantaduenne. 

Senza contare le dichiarazioni, anche queste prontamente fornite, di alcuni testimoni del fatto. Ma non c’è stato verso. L’UCI, competente per la gestione dei sinistri con coinvolti veicoli assicurati con compagnie estere e di risolvere la controversia in via stragiudiziale, pur a fronte di una richiesta danni contenuta, un preventivo di riparazione di 3.910 euro più 500 euro di altre voci minori, tra cui il fermo tecnico, ha continuato a negare ogni liquidazione appigliandosi a una “crocetta” evidentemente sbagliata.

Pienamente convinto di essere nel giusto e che non si poteva tollerare tale condotta da parte dell’Ufficio Centrale Italiano e di Dakra Srl, cui è stata affidata materialmente la gestione della pratica, il 72enne ha ritenuto doveroso andare fino in fondo e si ha proceduto con una citazione in giudizio avanti il Giudice di Pace di Treviso il 9 agosto 2019 attraverso l’avvocato Andrea Piccoli.

Anche qui l’UCI ha messo in atto ogni stratagemma per tirarla alle calende greche, non bastasse la pandemia a allungare i tempi: alla prima udienza, il 10 dicembre 2019, ha eccepito sul mancato esperimento della proceduta di negoziazione assistita, che il giudice allora ha disposto, rinviando il dibattimento, salvo poi non aderirvi. E quando la causa si metteva male, l’Ufficio Centrale Italiano ha richiesto una consulenza tecnica estimativa sul danno, che il perito nominato dal giudice Alberto Conte, ha puntualmente confermato della stessa entità richiesta dal danneggiato, giudicando congruo l’importo prospettato dal carrozziere e pagato dal settantaduenne per le riparazioni.

Qualche giorno fa è arrivata la soddisfazione per la sentenza pronunciata dal giudice Giulia Procaccini, che ha accolto in pieno le argomentazioni dell’avvocato Piccoli. Il giudice ha ricordato che «quando il modulo Cai è firmato congiuntamente da entrambi i conducenti coinvolti nel sinistro si presume, fino a prova contraria da parte dell’assicuratore, che il sinistro si sia verificato nelle circostanze descritte», ma non ha potuto condividere il rilievo dell’Uci secondo cui il fatto che fosse stata contrassegnata erroneamente una casella non avrebbe consentito di ritenere sufficientemente chiara la dinamica dei fatti.

“Seppur è vero che nel documento il ricorrente, verosimilmente per la comprensibile agitazione dovuta alla confusione del momento, ha spuntato l’opzione sbagliata -scrive il giudice -  è altrettanto vero che nel grafico sottostante ha fedelmente riportato lo stato dei luoghi, la posizione dei veicoli e la localizzazione dei danni riportati dagli stessi. Che, per inciso, sono starti ritenuti compatibili dal Ctu con un violento tamponamento». 

La Procaccini Il giudice ha altresì confermato in toto la stima dei danni condannando l’UCI a liquidare all’automobilista complessivi 4.502 euro e riconoscendo anche le spese di assistenza stragiudiziale, oltre al pagamento di tutte le spese di giudizio per ulteriori 1.350 euro.

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