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Cronaca

Non comunica chi era alla guida e riceve una seconda multa, automobilista vince il ricorso

L'uomo, un professionista 50enne residente a Treviso, era stato sanzionato per eccesso di velocità da uno degli autovelox posto lungo la Tangenziale. Vinto il primo ricorso, fatto per difetto di omologazione dello strumento, aveva ricevuto una ulteriore ammenda per non aver dato le generalità di chi era alla guida del mezzo

Era stato sanzionato lungo la tangenziale di Treviso, "beccato" da un dei controversi autovelox per il quale non sarebbe stata ottenuta l'omologazione. E  l'uomo, un professionista 50enne di Treviso che aveva ricevuto a casa una multa da 150 euro ma soprattutto la decurtazione dalla patente di ben tre punti, era ricorso davanti al giudice di Pace e si era visto cancellare l'ammenda. Ma qualche tempo dopo dal Comune di Treviso è arrivata un'altra "letterina" con la busta verde: all'interno questa volta una seconda multa, di 228 euro, per non avere comunicato chi era in effetti al volante del mezzo. Ma anche questa pretesa è stata rispedita al mittente: oggi, 24 novembre, ancora il giudice di pace gli ha dato ragione, cancellando la sanzione.

Il motivo della decisione? Semplice: la prima causa era stata vinta dato che l'ammenda era da considerarsi non valida per un difetto di omologazione dello strummento. La seconda, in realtà, sarebbe stata un mero accanimento: era chiaro che era l'uomo ad essere stato alla guida dell'auto, dal momento che lui aveva presentato ricorso non solo contro la sanzione econonomica ma in particolare contro la sottrazione dei punti dalla patente. «Un pasticcio burocratico che alla fine è finito bene - spiega il professionista - ma francamente non ho capito l'accanimento che dell'Amministrazione comunale che mi ha costretto a presentare due cause in tribunale».

La storia risale alla primavera scorsa quando il 50enne stava percorrendo la tengenziale di Treviso. A casa, dopo circa una settimana, gli arriva un multa, emessa dopo la lettura della velocità fatta da un autovelox in postazione fissa. Assistito dall'avvocato Fabio Capraro l'automobilista fa subito ricorso, sostenendo che l'apparecchio utilizzato per la rilevazione dell’infrazione non risulta aver mai ottenuto l’omologazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. Vi sarebbe solo una mera approvazione intervenuta con determina dirigenziale del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ma i due procedimenti, l'omologazione e l'approvazione,  sarebbero in realtà procedure nettamente differenti.

A ottobre l'uomo vince il ricorso presentato davanti al giudice di pace. Ma qualche giorno più tardi gli viene notificata la seconda multa, quella appunto emessa per non aver comunicato in tempo i dati dal conducente. La norma in oggetto prescrive infatti che la dichiarazione su chi era effettivamente alla guida del mezzo debba avvenire entro due mesi dalla contestazione. Nel caso in cui, senza una valida ragione, non vengano forniti questi elementi  si riceverà una seconda sanzione amministrativa, di un importo che va dai 282 agli 1.142 euro, senza però subire la pena dei punti tolti dalla patente.

Il 50enne, oltre che essere in buona fede (era lui al volante e per questo non ha effettuato la comunicazione) ha però vinto la causa principale. L'ulteriore multa a quel punto non aveva senso, visto che la prima era stata cancellata.

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