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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Far west in centro, tavoli lanciati contro esponente dell'estrema sinistra trevigiana

Spedizione punitiva di giovani di Forza Nuova nei confronti di Sergio Di Meola che è rimasto lievemente ferito. Sul posto è giunta la polizia che ha identificato i responsabili. Il sindaco Giovanni Manildo: "Alimentare l'odio non è mai la strada giusta"

TREVISO Scene da far west giovedì sera, alle 22.30, nel plateatico esterno dell'osteria "Canova", poco distante dalle mura in cui è in svolgimento il Festival "Suoni di Marca". Un esponente trevigiano dei centri sociali e dell'Ubik, Sergio Di Meola, 55 anni, è stato aggredito da un gruppetto composto da cinque-sei giovani, probabilmente appartenenti all'estrema destra. Il tutto è avvenuto nell'arco di pochi minuti. Di Meola si trovava seduto all'esterno del locale, con la fidanzata. Prima alcune schermaglie verbali tra lui e i componenti di questa banda, poi la situazione è degenerata. Uno dei giovani ha scagliato un tavolo e poi una sedia contro il malcapitato, ferendolo alla testa: inutili i tentativi di un cameriere di riportare la calma. Nel plateatico è il fuggi fuggi generale. "Basta, basta, scappiamo": avrebbe poi detto uno del gruppetto, invitando i complici alla fuga. La polizia locale e la polizia hanno fermato e identificato i giovani nella zona di Borgo Cavour. Sull'episodio indaga ora la Digos della Questura di Treviso che acquisirà i filmati delle telecamere di videosorveglianza della zona. Sergio Di Meola è stato poi soccorso dal personale sanitario presente sul posto.

"Ieri sera ho assistito ad un fatto che sarebbe sconcertante -racconta il consigliere comunale Stefano Pelloni su Facebook- se non fosse ormai tristemente frequente in città. Stavo mangiando con un'amica in Osteria Canova (quella a Santi Quaranta per capirci), quando si è materializzato il far west. Esponenti dell'estrema destra trevigiana hanno cominciato, letteralmente, a tirare addosso ad alcuni attivisti di sinistra (seduti nel plateatico dell'oste insieme a tantissimi altri clienti, visto che c'era Suoni di Marca) i tavoli, con ancora sopra piatti e bicchieri e sedie. Alla fine si è concluso con l'intervento dell'ambulanza per medicare l'attivista. A nulla è servito il tentativo dei poveri camerieri, anche a loro va la mia solidarietà, nel provare ad allontanare questi individui ben noti.

Non vi nascondo la mia preoccupazione: non è certo la prima volta che accadono episodi di questo genere. Ma per le dimensioni, in 5 contro 1, in mezzo ai clienti, tirando in aria tavoli e sedie, penso che sia uno degli episodi di violenza più gravi in cui io mi sia mai imbattuto in prima persona in città.

Penso che sia sbagliato liquidare la faccenda come "ragazzi che avevano alzato un po' il gomito"; siamo di fronte, ormai da anni, ad un'escalation fuori controllo di violenza da parte di militanti di partiti di estrema destra in città. Penso che i garanti dell'ordine pubblico in città dovrebbero chiarire la situazione e agire, immediatamente, per controllare il fenomeno. Episodi del genere non possono più essere tollerati e su questo sarebbe importante che anche i paladini della sicurezza delle ronde padane battessero un colpo".

“Alimentare l’odio non è mai la strada giusta. Le idee politiche, le convinzioni personali, come le differenze di razza o religione non possono essere la scusa per legittimare comportamenti decisamente non accettabili. Treviso è una città aperta, ma dove le regole sono uguali per tutti e che l’amministrazione ha il compito di far rispettare. Prioritaria per noi è la tranquillità di tutti: famiglie, bambini e ragazzi che partecipano alla vita della città”.  Così il sindaco di Treviso Giovanni Manildo commenta la rissa avvenuta ieri sera nei pressi di Porta Santi Quaranta dove era in corso Suoni di Marca e dove erano presenti, oltre che molti ragazzi, anche tante famiglie con i bambini. Ad intervenire per primi gli uomini della polizia locale presenti, anche nella serata di ieri, in due pattuglie a piedi incaricate della sorveglianza all’interno della manifestazione.

E proprio la presenza della locale ha permesso di dirimere la rissa in corso e di consentire successivamente, poco lontano in via Filzi, l’identificazione dei responsabili dell’aggressione ai danni di un giovane. “Un plauso alla nostra polizia locale che come sempre presente – dichiara l’assessore alla sicurezza urbana del Comune di Treviso Roberto Grigoletto – l’intervento pronto degli uomini della locale che erano presenti ieri sera, dotati peraltro di competenze specifiche proprio in caso di risse e aggressioni, ha permesso la rapida risoluzione del problema. Gli autori della rissa sono stai identificati e ora noi per primi chiediamo che venga fatta chiarezza su quanto accaduto perché a Treviso fatti di questi tipo non sono tollerati”.

L'opinione di un nostro lettore, Ilario Pezzella. Volevo raccontarvi di cosa ho assistito ieri sera alla rissa avvenuta alla trattoria Canova. Uno schifo, tralasciando che la violenza è sempre uno schifo, in particolare quando mossa dalla politica, questa volta bisogna dire che era uno schifo e anche un fallimento totale la questione sicurezza. In un momento come questo, pieno di insidie e pericoli anche di natura terroristica o di schegge impazzite che sentendo la voce di qualche Dio vanno in giro ad accoltellare la gente... dove erano ieri sera le persone preposte alla sicurezza di un evento musicale così grande? Se invece di qualche imbecille che ha deciso di darsene, vi fosse stato un vero attentatore, chi sarebbe riuscito a fermarlo? Per questioni lavorative, sono presente ad ogni sera di suoni di marca. E proprio ieri (strano e mi chiedo ancora perchè) non vi erano le solite macchine della questura e dei carabinieri. Presenti solo qualche vigile. Non c'erano nemmeno i controlli con il cane della municipale visto invece i giorni precedenti. Molto strano anche questo visto lo stile di musica che passava la serata.... Fatto sta che quando è iniziata la rissa, si sono avvicinati solo 4 vigili, di cui solo uno si è adoperato per fermare le persone ormai in fuga. Gli altri 3, due donne e uomo, sono rimasti fermi a guardare. Forse causa l'età, per la loro forma fisica, forse per il vestiario (pizzardone e mocassino) ma sta di fatto che non hanno fatto nulla. Che sia forse che questi vigili siano stati presi da qualche ufficio e messi solo a fare presenza ad un concerto? Come dire... a fare multe in città mettiamo i giovani palestrati in moto, alla sicurezza dei concerti invece inviamo i vecchi cariatidi... Questura e Carabinieri? Arrivati molto dopo, a sirene spiegate quando ormai era tutto finito. Questa è la sicurezza che i nostri politici tanto pubblicizzano? Ma complimentoni!!!!

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