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Cronaca

Perseguita la ex e le brucia l'automobile, lo stalker è stato arrestato

L'uomo, Daniel Ionut Niculea, 36 anni, di origine romena, era latitante in Italia. Su di lui pendevano un mandato di arresto europeo (nel suo paese deve scontare otto anni per reati contro il patrimonio) e una ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip di Treviso. E' stato scovato a casa di una coppia di connazionali

Un anno fa la scoperta della "doppia vita" poco raccomandabile che aveva condotto in patria e la decisione di troncare la relazione e di dedicarsi soltanto alla figlia. Ma da allora per una donna romena, che abita nella zona dello stadio comunale "Tenni" di Treviso è cominciato l'inferno. Lui, Daniel Ionut Niculea, un uomo con cittadinanza romena di 36 anni, ha cominciato a perseguitarla. L'apice di questa campagna di stalking era stata raggiunta lo scorso 15 febbraio quando avrebbe dato fuoco alla vettura della donna, una Citroen C3, nel parcheggio che sta proprio nel retro del condominio dove abita con la figlioletta.

Alle prime ore della mattinata odierna, 29 marzo, Niculea è stato arrestato dalla Squadra Mobile di Treviso. Su di lui pendeva una ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Treviso così come anche un mandato di arresto europeo spiccato dalle autorità della Romania, dove deve scontare una condanna a 8 anni per reati contro il patrimonio. Il 36enne è accusato di gravissime condotte persecutorie consumate ai danni dell’ex compagna, consistite in continui appostamenti, pedinamenti, minacce reiterate di morte rivolte anche alla figlia minore della persona offesa, ripetuti messaggi e chiamate minatorie.

la macchina incendiata

Dopo l'episodio del rogo alla macchina della "ex" i poliziotti delle Volanti avevano rinvenuto nei pressi dell'abitazione della vittima una tanica di benzina e un coltello, che l'uomo aveva però nascosto in un vicino casolare. E da lì che è cominciata l'attività investigativa, condotta dagli agenti della Squadra Mobile e coordinata dalla Procura della Repubblica, che per prima cosa ha puntato a tracciare gli spostamenti di Niculea, che si sapeva essere nel trevigiano, e a identificare dove l'uomo passava il tempo della latitanza in Italia. Così ci si era concentrati sulla rete di contatti che il cittadino rumeno aveva fino a quando è stato individuato a casa di una coppia di conoscenti e connazionali, le cui posizioni (rischiano di essere incriminati per favoreggiamento) sono ora al vaglio degli inquirenti.

L'ultimo sms minaccioso era arrivato alla donna soltanto qualche sera fa. «So dove vai e come ti vesti» le aveva scritto. «Tutte le sere passa una pattuglia sotto casa ma non rimangono qui tutta la notte e io ho paura che prima o poi lui possa attuare i suoi propositi - aveva detto lei - io ho paura per me e per la mia bambina. Finché non lo arrestano non saremo mai al sicuro». All'episodio dell'incendio della macchina del 15 febbraio erano arrivate altre pesanti intimidazioni, come un sacco con i vestiti della bambina e in mezzo, la fodera di un pugnale. L'uomo, che adesso è a disposizione dell'autorità giudiziaria e rinchiuso nel carcere di Santa Bona a Treviso, è indagato per stalking e danneggiamento.

Parla la vittima

«Secondo me anche stanotte è stato qua perchè avevo sentito dei rumori strani, come se qualcosa sbattesse su una finestra, può essere dei sassi lanciati verso la camera da letto. Mi sono svegliata ho guardato la telecamera, ho visto che non c'era niente e mi sono addormentata ma mi sono risvegliata poi di nuovo, nel terrore potesse essere lui». A parlare è la barista 32enne, vittima dell'ex fidanzato stalker: anche la scorsa notte, quella in cui l'uomo è stato arrestato, lei era convinta di essere minacciata. Come un riflesso condizionato. «Ci siamo lasciati, gli ho detto che non lo volevo più e lui questo non lo ha mai accettato» racconta «ha iniziato con le minacce, si presentava sotto casa mia, all'asilo di mia figlia, a lavoro, dappertutto». La persecuzione è poi viaggiava via chat, nonostante il tentativo di sfuggirgli, cambiando più volte numero di telefono. «Mi insultava, mi minacciava di morte, me lo ha scritto» spiega la 32enne «Mi scriveva con numeri diversi, fino a 200 messaggi, ho dovuto cambiare numero, chiudermi tutti i profili Facebook, solo per poter dormire tranquilla».

La cattura è per lei una sorta di liberazione. Così la donna: «Sono contenta per quello che ha fatto la Questura, che l'hanno preso però il fatto che lo hanno trovato vicino a casa, a 5 chilometri, mi lascia ancora preoccupata, perchè i suoi amici sono ancora qua».

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