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Cronaca

Scandalo vaccini, lettera aperta di una mamma alla propria figlioletta

L'accusa ad Emanuela Petrillo: "Ti ha ingannato, ha tradito la tua e la nostra fiducia, ha vanificato le nostre scelte, è intervenuto sulle nostre convinzioni, negandoci ogni diritto di replica"

Ciao piccola mia,

ti scrivo per raccontarti una storia che parla di salute, di prevenzione, di ingiustizia ma anche della ferma volontà di cambiare le cose per dare a te e agli altri bambini un futuro migliore. Sì, perché questa storia parla anche di te, insieme ad altri migliaia di bambini con le loro mamme e i loro papà. Devi sapere che fino ad alcune decine di anni fa anche nel nostro paese, come nei paesi poveri che si vedono in televisione, si poteva morire per  malattie contagiose, fino a che sono stati scoperti dei farmaci per rendere immune l’organismo dalle infezioni. Questi sono i vaccini.

Anche noi abbiamo scelto di vaccinarti, affidandoci, ma soprattutto affidando la tua salute, a delle persone specializzate, che con cura e dedizione si occupano di somministrare quotidianamente ai bimbi di pochi mesi queste medicine per prevenire le malattie. Dopo un anno circa dalle prime vaccinazioni, un giorno abbiamo ricevuto una lettera. Parole chiare che avvisavano dell’alta probabilità che chi doveva occuparsi della tua salute salvaguardandoti da mali contagiosi e mortali, non avesse fatto il suo dovere. Ti ha ingannato, ha tradito la tua e la nostra fiducia, ha vanificato le nostre scelte, è intervenuto sulle nostre convinzioni, negandoci ogni diritto di replica.

Ben presto, l’iniziale preoccupazione ha lasciato posto alla rabbia, soprattutto per non essere potuti intervenire in tua difesa. Abbiamo dovuto accettare il fatto di aver subito questa ingiustizia, fortunatamente non sfociata in tragedia. Amore mio, immenso e indifeso allo stesso tempo, procederemo presto somministrandoti un’ennesima dose del vaccino, ci hanno assicurato che non sarà nocivo per il tuo corpicino, ancora così piccolo. Risolveremo così il pericolo che minacciava la tua salute. Ma la questione non si può chiudere così. Io e il tuo papà abbiamo il diritto e il dovere di capire come possa essere accaduto che un fatto tanto grave si verificasse, lo dobbiamo a te, ma anche a tutti i bambini che verranno.

Non deve più accadere che qualcuno possa disporre a piacimento del suo potere per tentare alla tua salute e a quella di altri migliaia di bambini. E’ una questione di giustizia e di etica. Perché tu possa dire, con la fierezza negli occhi, che i tuoi genitori si sono sempre battuti per darti il meglio.

La tua mamma

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