Finto Igp pinot grigio pugliese imbottigliato nella Marca: sequestrati 58mila ettolitri di vino
Tramite falsi documenti di accompagnamento, il vino arrivava dalla Puglia a due aziende trevigiane, pronte per il confezionamento e la distribuzione sul mercato nazionale ed estero
TREVISO Dodici perquisizioni presso imprese venete e pugliesi coinvolte in un articolato sistema di frode hanno portato l’Ispettorato Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole (ICQRF) e la Guardia di Finanza di Treviso, su disposizione della Procura della Repubblica di Venezia, a sequestrare, bloccandone la vendita, oltre 130 mila litri di vino falsamente etichettato come IGP «Puglia» Pinot Grigio, in attesa di confezionamento, in parte privo di ogni giustificazione contabile.
L’accusa per i due indagati, titolari di aziende vitivinicole della Marca Trevigiana, e? di frode in commercio aggravata e falso in registri e documenti, per aver posto in vendita, nelle campagne vitivinicole dal 2012 al 2016, oltre 58 mila ettolitri di vino IGP «Puglia» Pinot Grigio che non poteva fregiarsi dell’Indicazione Geografica Protetta con la menzione del vitigno.
Ai rilevanti risultati dell’operazione denominata “Pinocchio”, a tutela dei vini di qualita? regolamentata, gli investigatori dell’ICQRF e del Nucleo di Polizia Tributaria di Treviso sono giunti, nell’ambito di una indagine della Procura della Repubblica di Venezia, a seguito di una complessa attivita? di analisi di dati e di un minuzioso lavoro di ricostruzione documentale. Il vino, proveniente da compiacenti cantine pugliesi, derivava in realta? da varieta? di uva a bacca bianca diverse dal Pinot Grigio. Talvolta, la produzione di uva veniva dichiarata su vigneti inesistenti, come dimostrato dagli accertamenti documentali, dagli esami cartografici e da foto aeree e satellitari.
Nel sistema fraudolento un particolare ruolo era giocato da imprese “cartiere” pugliesi – anche direttamente riconducibili agli indagati – che emettevano falsa documentazione con lo scopo di fornire una copertura formale alla fittizia produzione di uve e di vino di ignota origine e provenienza. Tramite artifizi e triangolazioni documentali, il vino – illecitamente etichettato come IGP «Puglia» Pinot Grigio – arrivava, quindi, ad un noto imbottigliatore veneto, pronto per il confezionamento e la distribuzione sul mercato nazionale ed estero. Sulla tavola giungeva cosi? vino bianco di incerta origine e provenienza, traendo in inganno il consumatore, spesso allettato dall’etichettatura “IGP” che dava conto di una tutela particolarmente apprezzata.
La notevole mole di documentazione ed il materiale informatico sequestrati sono ora al vaglio dell’Autorita? Giudiziaria e degli investigatori dell’Ispettorato Repressione Frodi e della Guardia di Finanza di Treviso, per valutare ulteriori profili di responsabilita? anche di natura fiscale.