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Cronaca Centro / Viale Cadorna

Lite al bar, pugni e sediate tra stranieri: al bar arriva la polizia

L'episodio è avvenuto lunedì sera, all'ora dell'aperitivo, al "Perlage" di via Cadorna. Nessun ferito, quando gli agenti delle volanti sono intervenuti i contendenti si erano già allontanati. La Questura potrebbe prendere provvedimenti simili a quelli già presi per altri casi simili

Tensione nella serata di ieri, lunedì 20 marzo, durante l'orario dell'aperitivo all'esterno del bar "Perlage" di via Cadorna a Treviso. Protagonisti di una violenza lite un gruppetto di almeno quattro giovani stranieri che si sono affrontati a pugni e sediate. Non chiaro cosa abbia scatenato l'episodio di violenza. Le urla, insulti e minacce, hanno richiamato residenti e altri commercianti della zona che hanno allertato la polizia. Quando due volanti sono giunte sul posto, a sirene spiegate, i contendenti si erano già dileguati per evitare guai. Non si sono registrati feriti anche se qualche testimone avrebbe visto uno dei giovani con il volto insanguinato. Al vaglio degli agenti ci sono i filmati delle telecamere di videosorveglianza, con cui si tenterà di ricostruire i contorni dell'episodio, e la testimonianza di alcuni passanti che si trovavano nei paraggi. La Questura di Treviso, alla luce di questo episodio, potrebbe intervenire nei confronti del locale con una misura di chiusura temporanea, uno strumento che si è dimostrato efficace per altri casi simili.

De Nardi attacca: «A Treviso ormai è far west»

«Ogni giorno un fatto di cronaca nera funesta il nostro vivere» ha commentato il candidato sindaco del centrosinistra, Giorgio De Nardi «La risposta non può essere una maggiore repressione armata perché non vogliamo trasformare Treviso in una città in perenne stato di allarme. Servono azioni concrete sul piano sociale e dell'inclusività per la prevenzione, come ad esempio operatori di strada e spazi associativi organizzati. Serve offrire a tutti migliori condizioni di vita, di lavoro e di residenza. Serve una città più vivibile e accogliente capace di garantire a tutti diritti e doveri e far rispettare le regole. Conte ha impostato la propria retorica elettorale contro il Sindaco Manildo sulla sicurezza. Dobbiamo constatare che ha tradito la fiducia dei trevigiani e che in cinque anni la situazione è purtroppo decisamente peggiorata».

Acampora: «È necessario avere il pugno di ferro»

«La situazione in via Cadorna è molto delicata e la sto seguendo personalmente con attenzione» ha commentato il consigliere comunale Davide Acampora (Forza Italia) «Già la settimana scorsa sono stato contattato da alcuni cittadini, che poi ho voluto incontrare giovedì insieme ai titolari di diverse attività commerciali della zona. Ho ascoltato le loro lamentele e preoccupazioni che prontamente ho riportato all'attenzione del Comandante Gallo e del Sindaco Conte. Anche ieri sera, poco dopo l'accaduto, sono voluto andare immediatamente sul luogo per capire le dinamiche della vicenda, rassicurandoli sul fatto che la nostra Amministrazione ha già messo in atto tutte le attività e le forze per ripristinare sicurezza decoro. Naturalmente questo non dipende solo dal Comune ma bensì anche da tutti gli altri organi statali che devono garantire la sicurezza sul territorio. È necessario avere il pugno di ferro contro chi non rispetta le regole creando degrado e insicurezza nella nostra città, tra l'altro in una delle vie più belle e storiche».

Matteo Pasqual, Nicolò Rocco e Martina Cancian

Rocco (Terzo Polo): «Non chiamatele baby gang, dietro alla violenza c’è la noia»

«Non chiamatele baby gang, dietro a questa violenza c’è la noia che imprigiona anche noi adulti». Nell’incontro “La Città Educante”, organizzato dal Terzo Polo a Treviso, il pedagogista Matteo Pasqual “fotografa” il fenomeno del disagio giovanile. Il candidato sindaco Nicolò Rocco: «Creare proposte per la fascia d’età che ha sofferto moltissimo per la pandemia. Lavoriamo su azioni concrete con tutte le agenzie educative».

«Quando sono a casa i nostri figli la maggior parte del tempo, tredici ore su ventiquattro, la trascorrono dentro allo smartphone. Il loro spazio identitario è la cameretta e il cellulare, che apre a loro un mondo davanti a cui vengono lasciati soli, scevri da ogni protezione. E’ come se prendessimo per mano un bambino di tre anni per poi lasciarlo a camminare da solo lungo un’autostrada. Il fenomeno delle azioni violente, che impropriamente vengono chiamate baby gang, emergono con un rabbia violenta ma senza premeditazione. La noia, e non la ribellione, pervade la vita dei nostri giovani e anche la nostra. I ragazzi non trovano più adulti appassionati che trovano il tempo di fare qualcosa per loro, perché anche gli adulti sono imprigionati nella noia della quotidianità. Gli abbiamo tolto il senso della conquista senza fare fatica, vivono nel presentismo del tutto e subito. Invece dobbiamo togliere e smettere di dare. A fronte di questo, la Città Educante può offrire un modello per costruire i cittadini di domani che riconoscano la propria responsabilità. Occorre creare una cabina di regia che arrivi a proporre patti valoriali di comunità, andando oltre i campanilismi dei soggetti coinvolti. E soprattutto occorre stare molto nel territorio».

Così Matteo Pasqual, educatore, pedagogista e formatore sociale, fotografa lo “stato” delle nuove generazioni, che oggi cambiano molto velocemente ogni cinque anni, in un mondo scompaginato dalla potenza della tecnologia, e il fenomeno del disagio giovanile che quotidianamente sfocia in episodi di violenza di gruppo e bullismo anche a Treviso. Il docente di pedagogia è stato invitato lunedì 20 marzo a parlarne al centro civico del quartiere di Fiera, nell'incontro che ha avuto come tema "La Città Educante" organizzato dal Terzo Polo e dal candidato sindaco Nicolò Rocco, alla presenza di candidati della lista al consiglio comunale e di cittadini interessanti all’argomento.

«E’ un tema che ci sta molto a cuore il modo in cui vivono le nuove generazioni, bambini, ragazzi e adolescenti da zero a 18 anni. Anche se non può votare, come dicono molti, è questa la fascia d'età che ha sofferto moltissimo per la pandemia e dietro a cui ci sono delle famiglie e comunità”, ho sottolineato Rocco, "Vogliamo cercare di capire perché un ragazzo accoltella un altro ragazzo davanti alla macchinetta del caffè della scuola. Vogliamo cercare di affrontare questi temi vitali utilizzando le competenze. Ci poniamo in ascolto perché questa società è molto complessa. Le agenzie educative hanno bisogno di confrontarsi su questo e noi ci siamo».

Martina Cancian, assessore alla pubblica istruzione e pari opportunità di San Biagio di Callalta, aprendo la serata ha ricordato il valore del progetto “La Città Educante”, che mette i giovani al centro della politica e con cui le amministrazioni comunali che lo hanno adottato come modello (tra cui San Biagio di Callalta, Pordenone e Caorle) riuniscono attorno ad un tavolo tutti gli enti che si occupano di educazione: famiglie, scuola, parrocchie, associazionismo, volontariato, sport, istituzioni culturali, musicali eccetera. «Dobbiamo lavorare sulle azioni concrete che diano risposte per creare momenti di massima relazione tra i giovani, tra cui lo sport e l’attività fisica, quindi più aree attrezzate e tanti Parchi Eolo in tutti i quartieri, oltre a un nuovo auditorium che catalizzi occasioni di incontro e collettività. Anche così costruiamo futuro» ha concluso Nicolò Rocco, ritornando sui due temi importanti della sua campagna elettorale.

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