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Cronaca

Blitz alla festa della Lega, il processo finisce in prescrizione

La manifestazione non autorizzata si era svolta il 20 ottobre del 2017 ed era diretta contro il segretario Matteo Salvini. Nicola Vendraminetto, Ruggero Sorci, Giaia Righetto, Giulia Cecchianato, Ettore Casellato, Andrea Berta e Erika Marchi erano accusati di aver acceso i fumogeni che avrebbero potuto provocare un incendio

«Abbiamo desalvinizzato la festa della Lega, perchè in questa città per chi semina odio e razzismo non c'è spazio. Ieri sera Matteo Salvini ha tentato di potare nella nostra città il germe del razzismo e noi da bravi anticorpi siamo arrivati per disinfettare tutto. Nessuno spazio ai leghisti, nessuno spazio ai razzisti». Questa era la rivendicazione con cui il centro sociale Django si era attribuito il blitz con cui il 20 ottobre del 2017 alcuni attivisti avevano realizzato un colpo ad effetto arme del razzismo e noi da bravi anticorpi siamo arrivati per disinfettare tutto. Nessuno spazio ai leghisti, nessuno spazio ai razzisti».  Questa era la rivendicazione con cui il centro sociale Django si era attribuito il blitz con cui il 20 ottobre del 2017 alcuni attivisti avevano realizzato un colpo ad effetto alla festa organizzata dalla Lega Nord nella zona del mercato ortofrutticolo, accendendo tra l'altro alcuni fumogeni.
Oggi, 15 novembre, il processo che vedeva sul banco degli accusati sette autonomi - Nicola Vendraminetto, Ruggero Sorci, Giaia Righetto, Giulia Cecchianato, Ettore Casellato, Andrea Berta e Erika Marchi (tutti difesi dall'avvocato Giuseppe Romano) - accusati di avere acceso i fuochi che avrebbero potuto ingenerare un incidendio, è arrivato al capolinea. Il giudice infatti non ha potuto che registrare l'avvenuta prescrizione del reato.

Mancavano pochi minuti allo scoccare delle tre di pomeriggio quando un gruppo composto da una ventina di attivisti del centro sociale Django di Treviso, si è presentato all'ingresso della festa organizzata dalla Lega Nord. Vestiti con tute da imbianchini, muniti di fumogeni colorati, volantini contro Matteo Salvini e diverse confezioni di sale grosso, i sette avrebbero cercato subito di entrare nel capannone principale della festa leghista dove, in serata, era atteso l'intervento del Governatore Luca Zaia. Sul posto, al momento dell'improvvisa irruzione, erano presenti sia Dimitri Coin (allora segretario provinciale della Lega Nord) che Roberto Loschi (tra i principali organizzatori dell'evento leghista a Treviso).

I due hanno provato a fare del loro meglio per fermare i giovani attivisti ma uno di loro è riuscito a intrufolarsi nella struttura e a rubare una bandiera della manifestazione, dandosi poi alla fuga. Mentre ciò accadeva, gli altri manifestanti cospargevano il terreno con del sale grosso e gettavano a terra decine di volantini contro la Lega Nord e il segretario Salvini. Il blitz è durato una decina di minuti ed ha lasciato nel caos la manifestazione leghista.  

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