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Cronaca

Arresto per terrorismo a Treviso, oggi l'interrogatorio del 23enne

Alì Nauman, muratore pakistano ritenuto in una delle menti del sedicente gruppo "Gabar", comparirà il davanti al gip di Genova. L'uomo, finito in manette con altre quattordici persone, è accusato di associazione con finalità di terrorismo internazionale

Si avvarrà della facoltà di non rispondere Alì Nauman, il muratore di 23 anni, occupato presso una azienda edile di Pieve di Soligo, residente a Treviso in un appartamento del grattacielo di via Pisa, finito in manette all'alba di ieri, 7 giugno, insieme ad altre quindici persone, tutte accusate di associazione con finalità di terrorismo internazionale, nell'ambito di una inchiesta della Procura della Repubblica  di Genova e della Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo . L'interrogatorio di garanzia si svolgerà alle 11,30, in teleconferenza da Vicenza, dove l'uomo (difeso d'ufficio dall'avvocato Silene Marocco) è recluso.

E' un ruolo di primo piano quello che Nauman, alias "Noman Butt", avrebbe svolto nell'ambito del gruppo " Gabbar", una formazione di matrice islamista, nata e cresciuta nel "brodo" del gruppo religioso radicale pakistano del "Barelvi Tlp", considerato responsabile di numerose proteste violente contro la Francia nel 2020 quando Hassan Zaher Mahmood, 27enne anche lui pachistano e con cui i 15 avrebbero avuto dei rapporti, il 25 settembre compì a Parigi un attacco nei pressi della ex sede della rivista satirica Charlie Hebdo, ferendo due assitenti di una casa dei produzione trasferitasi al posto del mensile.

L'ordinanza con cui il giudice per le indagini preliminari di Genova Silvia Carpanini ha disposto la custodia cautelare per gli indagati parla di Alì Nauman come di un personaggio di spicco del gruppo. Il 23enne era stato denunciato l'11 ottobre del 2021 dal settore Frontiera Terrestre di Trieste per ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato, proveniente dalla Grecia, unitamente ad altre venticinque persone. Tutti erano stati invitati formalmente pressol'Ufficio Immigrazione di Trieste per regolarizzare le richieste di protezione internazionale e era stati accompagnati presso una struttura di accoglienza.

Il connubio fra il suo nome e quello del gruppo "Gabar" si ricaverebbe dalla pagina Facebook dell'indagato e emergerebbe dalle numerose foto in cui si mostra in stretto contatto altri presunti terroristi, con l'intento di fare opera di proselitismo. Viene ad esempio evidenziato un video, risalente al 2020, che riprende alcuni soggetti armati di grosse anni da taglio, rilanciato nell'ottobre del 2021 sulla pagina personale Facebook di Alì Nauman e nuovamente pubblicato solo una settimana dopo sul profilo del fantomatico gruppo "Gabar Italia". Il  22 settembre 2020, quindi tre giorni prima dell'attentato di Parigi, un affiliato pubblica una foto, con la dicitura Gruppo Gabar King, in cui impugna un grosso coltello e riceve i like della pagina Gruppo Gabar Italia e di Nuaman.

La storia di radicalizzazione del 23enne risale però a quando Naumar stava in Grecia: compare infatti in due manifesti del gruppo "Gabar" del paese ellenico di cui, secondo gli investigatori, avrebbe occupato una posizione di vertice. Poi avrebbe messo cuori e postato commenti entusiastici su una foto raffigurante un uomo che impugna un grosso coltello, con sotto la scritta "La Storia si ricorderà di noi".

Quando nell'autunno del 2021 Alì Nauman fa il suo ingresso clandestinamente in Italia, attraverso la Slovenia, il 23enne sarebbe stato fotosegnalato ma solo dopo l'11 ottobre il sistema permette la sua identificazione, dal momento che compariva in diversi manifesti del gruppo "Gabar". Ma della immagine, fino a quel momento, non era stata trovata alcuna compatibilità. E' palese però il suo inserimento nel gruppo di islamisti radicali, ai vertici del sodalizio anche al di sopra delle singole articolazioni locali di Grecia e Italia.

Nauman sarebbe stato particolarmente attivo nell'opera di propaganda, come dimostra la creazione della pagina Facebook del Gruppo Gabar Italia e la molteplicità di video pubblicati con immagini di armi e frasi che inneggiano alla violenza. Costante poi  il riferimento al Gabar nelle sue diverse articolazioni e l'associazione del volto di "Norman Butt" con quello degli altri capi del sodalizio, a conferma della di quella che il gip definisce la «sostanziale unitarietà del gruppo».

«Sussiste insomma - scrive il gip di Genova -  anche nei confronti di Nauman un grave quadro indiziario in ordine all'appartenenza all'associazione, che ha finalità di terrorismo».

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