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Cronaca

Nuova protesta dei profughi in piazza dei Signori, Manildo furioso: "Intollerabile"

I migranti si sono recati nuovamente di fronte alla Prefettura per ottenere il documento di identità, dopo un blitz in Questura. Il sindacato di polizia Siulp: "Un fallimento l'accoglienza diffusa"

TREVISO “Non esiste. In piazza dei Signori non dovranno ripetersi più scene come quella a cui ho assistito questa mattina”. E’ netto il sindaco di Treviso Giovanni Manildo rispetto alla presenza di un gruppo consistente di migranti che questa mattina, dopo essere stati ricevuti ieri pomeriggio dal vice prefetto, si sono recati nuovamente in piazza dei Signori per ottenere il documento di identità: “Diritto più che lecito, ma il regolamento anagrafico parla chiaro: deve essere il titolare della comunità a recarsi presso le istituzioni competenti e a trasmettere la lista di coloro che fanno richiesta. Un’informazione che i nostri uffici avevano peraltro già fornito al titolare della cooperativa in questione. Le scene di questa mattina andavano assolutamente evitate, sia per i cittadini, sia per i migranti”. Fortunatamente, grazie anche alla presenza delle forze dell’ordine - carabinieri, questura e polizia locale - la situazione è stata tenuta sotto controllo e tutto si è risolto molto velocemente: “Lo dico chiaro: i diritti vanno rispettati, ma scene come queste non possono essere tollerate. Tanto più se esistono delle procedure che dovrebbero essere ben note”.

Il sindacato di polizia Siulp: "Il progetto della cosiddetta “accoglienza diffusa” è alla deriva". "Nella tarda mattinata odierna i poliziotti trevigiani sono intervenuti nel piazzale antistante la Questura per monitorare un sit in di alcuni migranti, spostatisi poi presso la Prefettura trevigiana -sottolinea Mara Maggiolo, segretario provinciale del Siulp- Pur non entrando nel merito delle motivazioni che hanno indotto i manifestanti a scendere in piazza, appare evidente e necessaria una riflessione sull’attuale  ed incontrollato fenomeno dell’immigrazione che sta mettendo a dura prova l’intero sistema dell’accoglienza di costoro. I Paesi europei, e i nostri parlamentari ancora non trovano delle comuni  e condivise soluzioni al complesso  problema dell’immigrazione , difendendo in proprio i confini,  mettendo in campo delle  infruttuose barriere anti ingresso. La provincia di Treviso non è estranea a questo fenomeno, poichè sono all’ordine del giorno gli arrivi dei profughi o presunti tali.

Fatte le dovute eccezioni, è evidente  l’indisponibilità di molti  Sindaci ad accogliere nel proprio comune gli stranieri, sostenuti dalla quasi totalità dei concittadini, e la scarsa  disponibilità dei cittadini ad ospitare in casa propria il “ foresto”.  Il progetto della cosiddetta “accoglienza diffusa” sembra alla deriva, laddove nemmeno la crisi economica e la difficoltà occupazionale  hanno  invogliato la persone ad accogliere positivamente e costruttivamente l’idea. Se non si interviene efficacemente sulla questione migranti, a breve, da un problema definito  sociale,  si evolverà  in una preoccupante situazione di Ordine Pubblico che riguarderà giocoforza, anche la realtà trevigiana, da sempre terra di migranti ma anche terra di accoglienza di coloro i quali  desiderano contestualizzarsi nel nostro territorio.

Per farci meglio comprendere : se la Commissione apposita non riconosce lo status di rifugiato, la persona viene allontanata dalla struttura di accolgienza.  I dati in nostro possesso confermano che la Commissione talvolta respinge anche due terzi delle richieste, ma nel  frattempo la struttura non lo gestirà più e non gli darà  più ospitalità. Dove andrà? Come provvederà al suo sostentamento? Come si muoverà da una città all’altra? Sono all’ordine del giorno gli interventi sui mezzi pubblici e sui luoghi pubblici : stranieri senza biglietto che pretendendo di viaggiare gratis, altri che dormono nella stazioni ferroviarie,  o nei caseggiati abbandonati  in  precarie condizioni igieniche. Noi lanciamo un grido di allarme perché le forze dell’ordine non sono numericamente adeguate  a svolgere serenamente la propria attività:  ogni giorno c’è un’emergenza a cui far fronte,  di questo passo se la situazione rimarrà tale  e quale, si dovrà stabilire qual è l’emergenza più urgente a cui rispondere".

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