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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Ieri l'ultimo consiglio provinciale: oggi finisce il mandato ma la giunta va avanti

In Veneto, Treviso era l'unica rimasta eletta democraticamente dai cittadini, mentre le altre cinque province operano già con Consigli di secondo livello e Venezia è diventata Città Metropolitana

TREVISO Ieri l’ultimo Consiglio Provinciale del mandato 2011/2016 che è stato, di fatto, anche l’ultimo Consiglio Provinciale della Provincia come è stata sinora. Attualmente in Veneto, l'Amministrazione della Provincia di Treviso era l'unica rimasta eletta democraticamente dai cittadini, mentre le altre 5 Province operano già operative con Consigli di secondo livello e Venezia è diventata Città Metropolitana con il sindaco del Capoluogo quale sindaco Metropolitano. Oggi a mezzanotte scade il mandato del presidente Muraro e, quindi, si apre anche per la Provincia di Treviso l'iter per il passaggio a ente di secondo livello gestito dai sindaci, come stabilito dalla Legge Delrio che ha riformato le Province.

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Ieri si è svolto un Consiglio Provinciale Straordinario molto sentito, al quale hanno partecipato gli ex presidenti di Provincia Giacomo Dalla Longa, Domenico Citron, Giovanni Mazzonetto e Francesco Cabrini, oltre a numerosi ex assessori, consiglieri e amministratori. Il presidente Muraro ha ripercorso le tappe della storia della Provincia e dei suoi presidenti, da Mazza eletto dal CLN passando per Ferracin, Marton, Bernini e fino a Zaia e Muraro stesso.

I PROSSIMI STEP

Presidente e Giunta proseguono fino all’estate – Scaduto il mandato, il Consiglio Provinciale cessa la sua attività (sarà stato così l'ultimo Consiglio eletto democraticamente dai cittadini) mentre presidente e Giunta provinciale rimarranno in carica, senza indennità, per altri tre mesi (quindi fine agosto) in base al decreto “Milleproroghe” 2016. A fine agosto poi, il presidente Muraro dovrà indire le nuove elezioni di secondo livello che si dovranno tenere entro 40 giorni.

Chi saranno gli elettori della nuova Provincia? Il presidente e il consiglio provinciale (16 seggi per Treviso che ha oltre 800.000 abitanti) saranno scelti dai sindaci e dai consiglieri dei Comuni del territorio (un peso maggiore è attribuito ai voti dei Municipi più grandi).

Chi può candidarsi? Tutti i sindaci e i consiglieri dei 95 Comuni della Marca Trevigiana, in liste votate dai colleghi con sistema proporzionale. Inoltre, possono candidarsi il presidente del Consiglio e della Provincia uscenti. Il nuovo presidente di Provincia e il nuovo Consiglio Provinciale non percepiranno alcuno stipendio e governeranno dunque mantenendo la propria carica di amministratore, sindaco o consigliere.

Cosa sceglie il cittadino? Niente.

COSA CAMBIA PER IL CITTADINO TREVIGIANO

Per prima cosa, perde la rappresentatività democratica dell'Ente di area vasta, in quando non eleggerà più direttamente il proprio presidente di Provincia e neppure il Consiglio.

Per quanto riguarda i servizi, lo Stato ha confermato alle Province le competenze fondamentali: ambiente, edilizia scolastica, viabilità, trasporti, urbanistica, pari opportunità. Sarà dunque la Provincia di secondo livello a gestire queste competenze con 262 dipendenti propri assegnati, dagli uffici del Sant’Artemio.

In base alla Legge Regionale di Riordino delle Province poi, sono state confermate le funzioni delegate in formazione professionale, agricoltura, caccia, pesca, cultura, turismo, sport, politiche sociali. In questo caso, i 77 dipendenti assegnati sono a tutti gli effetti dipendenti stipendiati dalla Regione, ma continueranno a operare dagli uffici del Sant'Artemio.

Stesso discorso per gli Uffici del Lavoro diventati “statali” in base alla legge, i cui 70 dipendenti, dopo l'accordo Stato-Regione, saranno pagati per un terzo da Palazzo Balbi e per due terzi dallo Stato Centrale. Ma la sede, attualmente, rimarrà sempre il Centro per l'Impiego del Sant'Artemio e gli altri Centri distaccati nel territorio provinciale. 

Infine, i 24 dipendenti con funzioni di polizia provinciale per il controllo ambientale e faunistico del territorio diventano “regionali” ma resteranno operativi nel territorio trevigiano.

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