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Cronaca

Multiservizi, turismo e pulizie: l’80% dei lavoratori in sciopero

Nella Marca, la frattura al tavolo aperto con le associazioni datoriali per il rinnovo del contratto nazionale coinvolge 12mila addetti tra ristorazione collettiva, pubblici esercizi e multiservizi

TREVISO L’ottima adesione della Marca allo sciopero nazionale multi-settoriale delle aziende di servizi, attestata all’80% nel comparto turistico, dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva e delle pulizie industriali, ha fatto il paio con la riuscita manifestazione di questa mattina promossa da FILCAMS CGIL, FISASCAT CISL e UILTUCS di fronte al Palazzo Grandi Stazioni di Venezia, dove la presenza trevigiana si è fatta sentire. A darne notizia è la segretaria generale FILCAMS CGIL di Treviso, Nadia Carniato, che commenta positivamente la capillare e ampia astensione dal lavoro e la partecipazione all’iniziativa regionale sulla questione della clausola sociale degli appalti nella Sanità e contro i tagli previsti nella ristorazione ospedaliera. Alla base della giornata di protesta lo stallo negoziale che non consente di rinnovare i contratti nazionali di settore scaduti da quattro anni e che nel trevigiano interessa gli oltre 12mila lavoratori e lavoratrici del comparto turistico, dei pubblici esercizi, della ristorazione collettiva e delle pulizie industriali.

«I contratti dei servizi integrati e multisettoriali di turismo, pulizie e ristorazione, non vengono rinnovati dal 2013 - spiega la sindacalista -, in particolare nel contratto relativo al turismo, le associazioni di categoria, tra cui la Confcommercio, hanno interrotto il dialogo con i sindacati e le trattative si sono arenate. I salari degli addetti alle mense sono inadeguati e vi sono difficoltà per alcune imprese a subentrare nella gestione del servizio nei centri commerciali. Nell’ambito delle pulizie, le controparti hanno invece avanzato richieste inaccettabili - aggiunge Nadia Carniato - sono peggiorate le tutele in caso di malattia e le proposte di aumento di retribuzione si sono rivelate irrisorie». Carniato, dunque, denuncia «l’impossibilità a proseguire un negoziato sottoposto a una pregiudiziale che attacca i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori di settori che negli ultimi anni di crisi hanno visto continui tagli sugli orari di lavoro e sulle retribuzioni».

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