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Cronaca

Truffe Banca Apulia, chiesta l'archiviazione per tutti gli indagati

Oggi, 5 ottobre, davanti al gip Marco Biagetti, si sarebbe dovuta tenere l'udienza di opposizione al proscioglimento promossa da alcuni avvocati in rappresentanza di svariate decine di risparmiatori della Basilicata, rinviata però a data da destinarsi per indisponibilità del giudice

I sostituti procuratori Massimo De Bortoli e Gabriella Cama hanno chiesto l'archiviazione dei 39 indagati per i quali la Procura di Potenza, prima che vi fosse il trasferimento per competenza territoriale a Treviso,  voleva il processo nell'ambito dell'indagine sulle truffe che sarebbero state perpetrate ai danni di clienti di Banca Apulia, facente parte del gruppo che faceva riferimento alla ex popolare di Montebelluna.

Si tratta di dipendenti, funzionari, dirigenti e componenti del consiglio di amministrazione dell'istituto di credito potentino e di membri del cda e dirigenti di Veneto Banca. Oggi, 5 ottobre, davanti al gip Marco Biagetti, si sarebbe dovuta tenere l'udienza di opposizione all'archiviazione promossa da alcuni avvocati in rappresentanza di svariate decine di risparmiatori della Basilicata, rinviata però a data da destinarsi per indisponibilità del giudice. Solo per Vincenzo Consoli, Mosè Fagiani e Renato Merlo i pubblici ministeri ravviserebbero delle responsabilità penali, che però sono oggetto di un rinvio a giudizio per gli stessi fatti nell'ambito dell'inchiesta sulle truffe di azionisti locali e di Verbania, i due fascicoli che sono stati unificati.

Secondo le ipotesi accusatorie  dirigenti e funzionari di Banca Apulia avrebbero prospettato a ignari clienti, piccoli risparmiatori del potentino, profitti alti e sicuri, mentre in realtà le obbligazioni erano sopravvalutate e offerte in una situazione già di crisi dell'assetto bancario. La truffa sarebbe ammontata a oltre cinque milioni e 326 mila euro, guadagnati sulle spalle dei risparmiatori, convinti di mettere da parte delle risorse finanziarie per il proprio futuro. In particolare i clienti sono stati indotti ad acquistare azioni Veneto Banca al costo di 40 euro ciascuna per poi trovarsi, alla fine, un valore sceso fino 10 centesimi ciascuna.

Nel 2019 quattro funzionari del gruppo Banca Apulia-Veneto Banca erano stati sospesi dalle loro funzioni e accusati di truffa aggravata ai danni di 103 clienti, misura cautelare poi cancellata dal gip. L'indagine si sarebbe successivamente allargata ai membri del cda della banca e ai dirigenti del gruppo, fra cui l'ex amministratore delegato Vincenzo Consoli.

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