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Cronaca

In ospedale a Treviso non c'è posto, resta in carcere il piromane della Pescheria

L'uomo, un 50enne con gravi problemi mentali, doveva essere scarcerato e ricoverato prima nel reparto di psichiatria e poi in una comunità. Ma nel nosocomio del capuluogo non ci sono letti a disposizione, così resta dietro le sbarre nel penitanziario di Belluno, ritenuto però dal Tribunale incompatibile con le sue condizioni

Non c'è posto in ospedale. E così il 50enne, ritenuto il responsabile dei roghi appiccati tra il maggio e il luglio scorsi in Piazza San Parisio in centro a Treviso, della tentata violenza  sessuale ai danni di una giovane del capoluogo, avvenuto lo scorso 11 luglio in Riviera, di svariati furti di bicletta e di detenzione di armi ed esplosivi (una pistola, dei proiettili e una bomba mano, fatti questi ultimi del 2020) resta in carcere. 

Nei confronti dell'uomo il Tribunale di Treviso, sulla scorta di una perizia medica che ne definiva la capacità - al momento di commettere i fatti ma anche quella di stare a processo -  "grandemente ridotta", aveva disposto il ricovero nel reparto di psichiatria dell'ospedale di Treviso e successivamente in una comunità. Questione di circa dieci mesi, era scritto nella consulenza, ovvero il tempo per il 50enne di guarire dalla sua sindrome mentale e poter affrontare i giudizi in essere, su cui comunque pesa l'incapacità al momento della commissione dei reati.

Ma il reparto del Ca' Foncello non ha posti disponibili: così, pur essendoci un provvedimento di scarcerazione (su di lui comunque grava ancora la misura cautelare dell'arresto in un penitenziario) l'uomo è " costretto" a rimanere dietro le sbarre a Belluno, dove si trova da quando (la scorsa estate) era evaso dai domiciliari per andare a comperare cibo.

La perizia psichiatrica, disposta originariamente dal giudice per l'udienza preliminare Angelo Mascolo, era relativa al procedimento per fatti risalenti al 2020: nel garage di casa sua, a pochi decine di metri da dove avrebbe dato fuoco prima alla casa di uno dei titolari dell'osteria "Muscoli's" e poi al ristorante "Kimeia", erano state ritrovate armi, esplosivi e munizioni. Il 50enne sarebbe dovuto comparire in questi giorni davanti ai giudici di Treviso per rispondere (in immediato) della tentata violenza sessuale. Ma il collegio giudicante, nel rinviare l'udienza, ne aveva espressamente disposto il trasferimento in tribunale in quanto il regime carcerario non sarebbe compatibile con le sue condizioni attuali.

Il 50enne resta però un recluso. Il difensore, l'avvocato Antonella Picco, ha presentato una istanza affinchè si cerchi l'eventuale disponibilità nell'ambito di diverse Usl del Veneto. 
 

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