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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Rogo alla carrozzeria, il presunto mandante si difende davanti al gip

Siro Girardi, 47enne incensurato di Treviso, è ritenuto la mente dell'incendio che, nel giugno del 2020, ha quasi distrutto l'autofficina di via Postumia a Treviso. Nel corso dell'interrogatorio di garanzia ha detto che «c'erano in effetti questioni familiari con il proprietario ma io con il rogo non c'entro nulla»

«C'erano dissapori ma nulla che potesse giustificare un atto così grave». Lo ha detto al gip di Treviso, nel corso dell'interrogatorio di garanzia che si è svolto oggi, martedì 6 luglio, Siro Girardi, 47enne incensurato di Treviso, l'ex compagno della figlia di Emilio Bettiol, il titolare della Carrozzeria Roggia di via Postumia, a Treviso, accusato di essere il mandante dell'incendio che aveva quasi distrutto l'attività nel giugno dell'anno scorso. Girardi e Roberto Foccardi, 57enne anche lui incensurato e residente nel capoluogo, erano stati arrestati lo scorso fine settimana dalla squadra mobile, individuati come l'ideatore il primo e l'intermediario che avrebbe permesso di "agganciare" altre due persone, l'ex bandito della mala del Brenta Bruno Tommasini, 72 anni di Venezia, e Jonathan Causin, 38enne di Quarto d'Altino, ritenuto l'esecutore materiale dell'incendio, arrestati a novembre.

Il 47enne e il 57enne hanno respinto al mittente tutte le accuse. Foccardi, difeso dall'avvocato Federico Vianelli, ha detto di non c'entrare nulla; Girardi, assistito dall'avvocato Daniele Panico e che avrebbe pianificato anche una aggressione fisica al suocero ed alla ex moglie sempre a scopo intimidatorio, ha invece sostenuto che «in effetti c'erano delle questioni con Emilio Bettiol di natura familiare ma io con il rogo della carrozzeria non c'entro nulla». "In questa fase della mia vita  - ha detto - penso solo a lavorare e occuparmi di mio figlio. Non sono stato io ad ideare l'incendio, né ha mai pensato di fare aggredire la mia ex moglie".

Per gli investigatori della Questura di Treviso il movente sarebbe da ricondurre a rancori familiari che, nella visione che caratterizzava Siro Girardi, giustificavano il ricorso a azioni dimostrative e di carattere fortemente intimidatorio. Il 47enne, attraverso Foccardi, si sarebbe rivolto addirittura ad ambienti vicini alla "mala del Brenta" che, dietro compenso di denaro, avevano messo in pratica il piano.

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