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Cronaca

Finte vaccinazioni, si allarga l'inchiesta della Procura di Treviso

Altri infermieri sarebbero finiti sotto la lente d'ingrandimento dell'autorità per i loro comportamenti sospetti. L'indagine partita dalla denuncia a carico di Elena Venzo, 48enne in servizio al Vax Point di Villorba, finita nei guai dopo un blitz della polizia lo scorso 2 settembre

Elena Venzo, l'infermiera 48enne finita sotto inchiesta per aver finto la vaccinazione al Vax Point dell'ex Maber a Castrette di Villorba, sarebbe solo un tassello di una inchiesta più ampia, coordinata dal sostituto procuratore Gabriella Cama, che riguarderebbe altri operatori dei centri vaccinali della Marca  attenzionati  dalle autorità sanitarie. E' questa la svolta sull'inchiesta  che ha per oggetto presunte "false" vaccinazioni e che avrebbe messo nel mirino altri infermieri,  finiti sotto la lente d'ingrandimento prima dalla Usl 2 e poi dalle forze dell'ordine per i loro comportamenti ritenuti sospetti.

La donna, denunciata er omissione in atti d'ufficio e falso ideologico, era tenuta sotto controllo da parecchio tempo, tanto che le intercettazioni che la riguardano, sia telefoniche che ambientali, erano scattate intorno alla primavera scorsa. Professionista di grande esperienza, iscritta all'Ordine degli infermieri dal 1995 e  da venticinque anni in servizio nella sanità trevigiana con un curriculum  professionalmente ineccepibile, la Elena Venzo giovedì scorso è caduta nella trappola che le ha teso la polizia. Un blitz, quello messo a segno da agenti in borghese, praticamente a colpo sicuro. «Abbiamo intuito che non era l'unica persona ad essere attenzionata - spiega il suo legale, l'avvocato Stefania Bertoldi - c'è motivo di ritenere che, dato il grosso lavoro di intercettazioni, questa indagine possa essere un ramo di un'inchiesta molto più ampia».

La Venzo sarebbe protagonista di una decina di episodi, tutti relativi a suoi amici o conoscenti, a cui la 48enne avrebbe solo finto di effettuare l'iniezione, il cui contenuto sarebbe stato svuotato invece in un batuffolo di cotone per non destare sospetti. Il movente? Dare il certificato Green Pass a chi glielo chiedeva ma che per  motivi svariati non voleva e forse temeva di fare il vaccino. Quando il 2 settembre la Polizia è intervenuta al Vax Point di Villorba, è stata fermata anche la persona che si era appena sottoposta alla profilassi. Che ha in effetti mostrato il segno della puntura, che però sarebbe stata fatta solo con metà dose. Si trattava di una insegnante, terrorizzata dell'iniezione pare a causa di una reazione allergica che la figlia aveva avuto a seguito di una vaccinazione pediatrica, ma che aveva bisogno del Pass per continuare a lavorare.

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