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Cronaca

Il "sostituto" non è abilitato, avvocato assolto

Pierpaolo Alegiani, legale del Foro di Venezia, si era fatto rimpiazzare da una persona che non poteva rappresentare la parte a giudizio

C'è una udienza relativa ad un caso di divorzio ma l'avvocato non ci può andare e chiede ad un ex collaboratore dello studio di presenziare al suo posto. Ma l'uomo non avrebbe ottenuto l'abilitazione a svolgere la professione e così il legale si ritrova a processo con l'accusa di concorso in esercizio  abusivo della professione.

Pierpaolo Alegiani, iscritto nel Foro di Venezia, è stato oggi assolto per non avere commesso il fatto. Ma ha passato un brutto "quarto d'ora", si fa per dire, quando nel 2015 ha affidato la difesa davanti all'allora giudice Aurelio Gatto ad un tale che non aveva alcun titolo per stare a giudizio. E' stata una telefonata all'avvocato dell'altra parte che ha avvisato del pasticcio. «Guarda - si diceva - che quello che ha davanti non è neppure un avvocato». Così è scattata la denuncia.

Alegiani, in realtà, si era affidato per una sostituzione ad un "legale" che era stato collaboratore del suo studio e che, è emerso al processo, aveva ottenuto una abilitazione in Spagna. «Non c'é falso nella delega» ha quindi sostenuto il pubblico ministero, sostenendo che il legale jesolano è stato tratto in inganno dal sostituto. Alla fine è arrivata l'assoluzione con formula piena.  

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