rotate-mobile
Cronaca

Finti stage per avere il permesso di lavoro, cominciato il processo a dodici persone

Il meccanismo revedeva che, dietro al pagamento di una somma di denaro, sarebbe stato favorito l'ingresso nel nostro Paese da parte degli stranieri. Tra gli imputati il noto avvocato trevigiano Stefania Filippi

Sarebbero stati almeno 500 i cittadini extracomunitari finiti nel meccanismo che, dietro al pagamento di una somma di denaro, avrebbe favorito l'ingresso degli stranieri nel nostro Paese. Ma si sarebbe trattato in realtà di individui già presenti nel territorio italiano, dove risiedevano privi di regolare permesso di soggiorno.

Oggi, giovedì 3 febbraio, si sarebbe dovuto aprire il processo a 12 persone, tutte indagate per associazione finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Fra di loro l'avvocato 57enne Stefania Filippi, legale molto noto a Treviso. Gli altri sono il 58enne Franco Biscaro, di San Donà di Piave, il 54enne marocchino Hamadi Abdourabbhi, Domenico D'Agostino, 79 enne di Frosinone, il 57enne veneziano Stefano Costantini, il 62enne napoletano Antonio Basile, il 45enne marocchino Driss Rebroub, la 48enne moldava Ala Parfeni, il 43enne kossovaro Ekrem Gasi, il 50enne ghanese Frederick Frimong e il suo connazionale, sempre 50enne, Issah Ibrahim. Un difetto di notifica ha fatto però slittare l'udienza all'aprile prossimo.

L’inchiesta prese il via nel maggio del 2010 con la perquisizione dello studio dell’avvocatessa Filippi in Largo Altinia, durante la quale furono trovati vari passaporti di cittadini stranieri. Secondo il pubblico ministero Barbara Sabattini, che ha coordinato l’indagine della squadra mobile di Treviso, l’avvocato avrebbe fatto parte di un gruppo che, in cambio di denaro, prometteva la regolarizzazione a stranieri provenienti soprattutto dal Nord Africa e dai Paesi dell’Est.

Era un sistema che prevedeva di far arrivare in Italia gli stranieri, con permessi di soggiorno temporanei, offrendo loro corsi di formazione e la conseguente assunzione nelle ditte della zona. Per farlo avrebbero chiesto somme dai 5 ai 10 mila euro a ciascun immigrato, che però una volta in Italia si ritrovava senza l’uno e senza l’altro. Scaduti i termini  la maggior parte veniva di conseguenza rimpatriata. Sorte toccata anche ad alcune persone che, con la loro denuncia, hanno fatto partire le indagini.

Secondo gli inquirenti trevigiani Franco Biscaro, ex imprenditore del settore dell'edilizia, era il dominus della "cricca". E' accusato di aver svolto il ruolo del faccendiere incaricato dei contatti con le aziende, la maggior parte completamente all'oscuro della presunta truffa,  che proponeva i finti stage e contratti di assunzione. Fatti che sarebbero provati dalle intercettazioni telefoniche fra lui il veneziano Costantini.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Finti stage per avere il permesso di lavoro, cominciato il processo a dodici persone

TrevisoToday è in caricamento