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Cronaca

Rapina con un'arma giocattolo, stangato uno degli autori del colpo

Nicola Affinita, casertano di 23 anni, è stato condannato a 4 anni in abbreviato. Respinta invece la richiesta di patteggiamento per l'altro, Gabriele Covolan, 27 anni di Pederobba

Avevano fermato  un giovane nigeriano che stava percorrendo in bicicletta via Castellana, a Treviso mentre si stava recando a lavoro: dopo avergli puntato contro una pistola giocattolo, lo hanno rapinato del portafogli e del documenti che teneva nello zaino, fra cui una carta oste pay e il permesso di soggiorno. Oggi per quei fatti, accaduti alla fine di agosto dello scorso anno, è arrivata una autentica stangata: quattro anni in abbreviato a uno e patteggiamento respinto per l'altro, dal momento che non sono state accolte le attenuanti.

E' finita così l'udienza davanti al gup Piera De Stefani per Nicola Affinita, casertano di 23 anni, e Gabriele Covolan, 27 anni di Pederobba. Il primo, difeso dall'avvocato Mauro Serpico, è quello condannato mentre Congolan andrà davanti al gup Marco Biagetti per discutere l'abbreviato chiesto dall'avvocato in subordine dall'avvocato Fabio Busnardo.

I fatti risalgono al 30 agosto. I malviventi viaggiavano a bordo di una Fiat Punto di colore nero. La vittima della rapina, minacciato dai due giovani  con una pistola (una replica in metallo priva del tappo rosso), si è visto costretto ad assecondare le richieste dei due che si sono poi dati alla fuga in direzione Treviso. Lo straniero, ovviamente scosso per l'accaduto, è riuscito comunque a dare una descrizione completa ed esaustiva dei due giovani, tanto delle loro caratteristiche fisiche quanto del loro abbigliamento, fornendo anche il numero di targa della vettura utilizzata dai criminali.

Uno dei due banditi è stato individuato quasi subito ed è stato sottoposto a perquisizione domiciliare. Grazie ai successivi accertamenti è stato possibile risalire all’identità del secondo, presso il cui domicilio personale è stata rinvenuta l’arma giocattolo utilizzata per la rapina. I due erano stati arrestati, poi sottoposti all'obbligo di dimora, misura cautelare che avevano entrambi violato. Affinita era finito in carcere mentre Congolan era stato messo ai domiciliari.

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