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Cronaca

Ottiene la targa di prova senza averne diritto, finisce a processo per falso

Per un 48enne residente a Vedelago, l'accusa è di aver sottaciuto ai funzionari dell'Ufficio Provinciale del Dipartimento dei Trasporti di Treviso il rigetto dell'avvio di vendita di autoveicoli online

Non era in possesso dell'autorizzazione alla vendita online di autoveicoli ma è riuscito comunque ad ottenere una targa di prova, che non prevede il pagamento del bollo auto e a ottenere ben due proroghe. U.B., un 48enne udinese di nascita ma residente a Vedelago, è a processo a Treviso per falsità ideologica. L'accusa per lui è di aver sottaciuto ai funzionari dell'Ufficio Provinciale del Dipartimento dei Trasporti di Treviso il rigetto dell'avvio di vendita tramite internet che doveva essere rilasciato dal comune di Bedizzole, in provincia di Brescia.

Il 48enne, nel 2014, era titolare di una impresa individuale. Nel dicembre di quell'anno fa richiesta del documento Scia al comune lombardo che però non lo rilascia. U.B. si presenta due giorni dopo il diniego, il 13 dicembre, agli ufficio del Dipartimento dei Trasporti di Treviso. Fa domanda di una targa di prova per un autoveicolo ma non dice di non poter operare nel commercio in rete di automobili. Anzi ai funzionari mostra un documento che racconta esattamente l'opposto. La targa, essendo di prova, è concedibile solo alle fabbriche costruttrici di veicoli a motore e di rimorchi, a concessionari, alle aziende che esercitano attività di trasferimento su strada di veicoli non ancora immatricolati da o verso aree di stoccaggio e per tragitti non superiori a 100 km, a chi conduce sperimentazioni su veicoli e alle fabbriche costruttrici di carrozzerie e di pneumatici. E soprattutto non prevede che sul veicolo, per tutta la durata del periodo per cui viene data, non si paghino imposte.

Attraverso una serie di macchinazioni U.B non solo ottiene la targa ma riesce a conseguire persino le tre successive autorizzazioni di rinnovo, la prima rilasciata nel novembre del 2015, la seconda a ottobre del 2016 e la terza nel mese di novembre del 2017. Per tre anni quindi il 48enne può girare indisturbato a pagare di meno. Cosa che viene scoperta, durante una verifica, solo l'anno scorso.

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