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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Tragedia in tribunale, muore per un malore prima del processo

Enzo Binda, 75enne residente a Loria, stava attendendo in Tribunale a Treviso l'inizio dell'udienza relativa al procedimento in cui doveva rispondere dell'omicidio stradale di Giancarlo Moretto, il 73enne di Castello di Godego travolto e ucciso nel 2016 a pochi metri da casa

Stava per cominciare l'udienza del processo a suo carico, in cui doveva rispondere di un omicidio stradale accaduto il 5 giugno del 2016 a Castello di Godego. Ma, improvvisamente è caduto a terra, vittima di un attacco di cuore che gli è risultato fatale. Tragedia stamattina, giovedì 15 aprile,  in Tribunale a Treviso: Enzo Binda, 75enne di Loria, imprenditore titolare di una azienda del settore tessile e molto conosciuto nel castellano, è stramazzato a terra ed morto per un infarto. L'anziano è stato prontamente soccorso dal personale del Suem 118 che però, dopo un'ora di disperati tentativi di rianimarlo, non ha potuto che constatarne il decesso.

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Alle 12 Enzo Binda avrebbe dovuto presenziare all'udienza nel procedimento per omicidio stradale che era in corso in Tribunale a Treviso. Nel giugno del 2016 aveva travolto e ucciso Giancarlo Moretto, 73enne pensionato di Castello di Godego, ex dipendente e sindacalista della Beton e personaggio molto noto nel mondo della pallavolo locale. Oggi sarebbero dovuti salire sul banco dei testimoni i due periti, incaricati della ricostruzione sulla dinamica dei fatti che, secondo la Procura di Treviso, appariva però già chiara: Moretto era stato travolto quando, in sella alla sua bicicletta, stava attraversando la strada sulle strisce pedonali a poche decine di metri da casa sua. Binda, che era la volante della sua Mercedes, non lo avrebbe visto.

Intorno alle 11 il 75enne di Loria stava parlando con uno dei suoi legali, l'avvocato Maurizio Pertile, prima dell'inizio dell'udienza. Avevano appena consumato un caffè al bar del Tribunale quando l'uomo si è prima piegato in avanti e poi è caduto rovinosamente, impattando frontalmente sul pavimento del palazzo di Giustizia. Petrile ha subito chiamato aiuto: sul posto si sono precipitati alcuni dipendenti del Tribunale e dopo qualche minuto una delle guardie giurate lo ha piegato su un lato e ha iniziato la manovra del messaggio cardiaco. Enzo Binda aveva perso sangue, probabilmente a causa dell'impatto, in parte finito nella bocca e c'era il rischio che si soffocasse.

Poco dopo sono arrivati i sanitari del Suem 118. All'uomo è stato prima applicato il defribrillatore, poi gli è stato praticato il messaggio cardiaco, infine gli è stato messo il macchinario per il messaggio al cuore automatico. Dopo un 'ora però i sanitari si sono dovuti arrendere. Non riesce a crederci il suo avvocato. «Si è piegato in avanti come se si volesse allacciare le scarpe - ha detto - l'ho visto cadere e perdere i sensi. Lo conoscevo da quando avevamo i calzoni corti, era una persona splendida». Sul posto è stato chiamato il figlio di Binda, naturalmente sconvolto per l'accaduto. Ora si attendono gli esiti degli esami che chiariranno le cause della morte.  

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