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Cronaca

Inchiesta Unabomber: «Reperti tolti dalle buste, manipolati e contaminati»

Nell'udienza odierna che di fatto segna la ripartenza del processo Unabomber la difesa ha chiesto e ottenuto «una integrazione del quesito perché riteniamo che debbano essere repertati anche tutti i dna delle persone con cui sono entrati in contatto questi reperti, tra questi, i due giornalisti che li hanno estrapolati». Ottimismo dall'avvocato di una delle vittime: «Oggi tecnologie avanzate»

Prove “tolte dalle buste” e “manipolate”, per cui si ipotizza una “possibile contaminazione”. Lo sostengono gli avvocati difensori degli indagati per il caso Unabomber in seguito all’udienza tenutasi oggi 13 marzo presso il tribunale di Trieste che, di fatto, ha riaperto il processo su uno dei grandi misteri italiani. Per il procuratore capo Antonio De Nicolo invece si tratta di "reperti assolutamente garantiti". ll caso è stato riaperto su sollecitazione del giornalista Marco Maisano e di due delle vittime, Francesca Girardi e Greta Momesso. Nell'udienza di oggi 13 marzo è stata disposta una nuova perizia che verrà discussa in aula il prossimo 9 ottobre.

La difesa: "Giornalisti tengono il reperto senza guanti"

L’avvocato Alessandra Devetag, che difende sei degli 11 indagati, ha fatto sapere di aver chiesto «una integrazione del quesito, che è stata accolta, perché riteniamo che debbano essere repertati anche tutti i dna delle persone con cui sono entrati in contatto questi reperti, o quantomeno quelli di cui siamo certi ci sia stata una possibile contaminazione. Tra questi, i due giornalisti che li hanno estrapolati». Oltre ai tecnici a cui è stato conferito l’incarico in mattinata, la difesa ha nominato un perito di parte, il professor Paolo Gasparini del dipartimento di genetica dell'ospedale infantile Burlo Garofolo di Trieste. Secondo la Devetag i reperti «sono stati manipolati, aperti, estratti e tolti dalle buste. Ci sono foto di giornalisti che tengono il reperto con la mano e senza guanto». 

Francesca Girardi

La risposta della Procura

Non è dello stesso avviso il procuratore Antonio De Nicolo che, interpellato a margine dell’udienza, ha risposto sottolineando come le prove «non sono state toccate da nessuno, il giornalista ha toccato soltanto l’involucro esterno. I reperti sono assolutamente garantiti». Tra gli indagati, oltre ai 10 già noti nell’inchiesta precedente, c’è anche un nuovo nome: l’ingegner Luigi Pilloni, difeso dall’avvocato Leopoldo Da Ros. Secondo il legale, questa iscrizione nel registro degli indagati «è stata fatta in modo sorprendente e sulla base delle dichiarazioni fatte da un soggetto, in cura psichiatrica, che si svela adesso dopo vent’anni, e per di più invoca anche una ricompensa per queste sue dichiarazioni. Il signor Pilloni è tranquillo, non dà nessun peso alle dichiarazioni». 

Udienza sulla perizia il 9 ottobre

Ottimista l’avvocato Serena Gasperini, che difende una delle vittime, Francesca Girardi. «Oggi la tecnologia è avanzata e possiamo sperare che le analisi diano un risultato. E' corretto che i colleghi vogliano ricostruire tutti i passaggi di questi reperti anche perché, se dovessimo avere tutti i risultati, sull’esito non si discuterà più». Nell'udienza di oggi 13 marzo è stata disposta anche una nuova perizia. La sua discussione è attesa il prossimo 9 ottobre.

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