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Cronaca Montebelluna

Truffe alle imprese per 200mila euro, tre denunciati dai carabinieri

La banda avrebbe raggirato almeno cinque ditte del settore del legno arredo, nelle province di Treviso, Pordenone e Rimini, danneggiandole in un anno per oltre 200mila euro

Tre uomini sono stati denunciati, in stato di libertà, dai carabinieri di Montebelluna per associazione a delinquere finalizzata a commettere truffe. Si tratta di tre italiani che, a più riprese, avrebbero raggirato almeno cinque ditte delle province di Treviso, Pordenone e Rimini che si occupano della produzione della rivendita di arredi e mobili da interno. Gli indagati avrebbero agito tra l'aprile 2012 e il maggio 2013, danneggiando le aziende per oltre 200mila euro.

Il sodalizio era composto da due coniugi 40enni, nativi di Valdobbiadene e residenti a Cornuda e un soggetto originario di Roma, 50enne, tutti e tre incensurati e dipendenti di una ditta con sede a Maser che si occupa di forniture di arredi di interno\esterno. I coniugi erano rispettivamente legale rappresentante e segretaria contabile e il terzo uomo di fatto era il commercialista dell’azienda, quello che si è occupato nelle truffe accertate di prendere contatti diretti con le ditte fornitrici.

I carabinieri hanno riscontrato che il commercialista, sotto falso nome creato ad hoc , nell’anno 2012 si è recato almeno in quattro aziende, con sedi a Ponzano Venento, Cerasolo Ausa (RN), Vazzola e Pordenone, si è fatto mostrare la merce da acquistare, da scrivanie per ufficio ad idromassaggi per esterno, a piccole Spa uso domestico, e dopo la pattuizione del prezzo dell’acquisto, versava un primo acconto e lasciava assegni bancari a garanzie dell’intero ammontare della spesa accordata. Gli ignari imprenditori, tratti in inganno dalla conclusione positive delle prima fasi della contrattazione, facevano prelevare la merce acquistata o addirittura la consegnavano a domicilio. Una volta conclusa la fase della consegna della merce, non seguiva più alcun pagamento e tutti i tentativi di riallacciare contatti erano vani. La truffa era chiara all’imprenditore sono nel momento in cui, versati sul proprio conto corrente gli assegni lasciati a garanzia, questi risultavano collegati ad un conto corrente privo di fondi.

La ditta truffatrice, sfruttando le false generalità fornite dal commercialista in occasione dei primi contatti che avvenivano personalmente, ha potuto compiere una truffa per un danno stimato che si aggira attorno ai 200 mila euro. I carabinieri stanno inoltre verificando che non vi siano state altre aziende truffate e che la ditta di Maser non sia inoltre riuscita ad ottenere un ulteriore guadagno economico dalla rivendita della merce presso la sede oggetto delle truffe.

Inoltre dagli accertamenti fatti sul conto della ditta di Maser è emerso che la stessa risulta esser stata cancellata per inattività dall’albo delle imprese artigiane già nel mese di marzo 2012, ovvero prima che si generassero rapporti commerciali con le ditte, risultate parti offese nell’indagine.  

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