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Cronaca

Ulss 8 Castelfranco Veneto: nuova tecnica per curare fibroma uterino

Al San Giacomo di Castelfranco Veneto da qualche mese le donne che soffrono di fibroma uterino possono sottoporsi alla procedura di embolizzazione, più rapida e meno invasiva

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

Una nuova tecnica mini-invasiva per il trattamento dei fibromi uterini - una patologia che interessa circa una donna su tre - è stata introdotta da qualche mese nell’ospedale San Giacomo di Castelfranco Veneto.

Il fibroma uterino è un tumore benigno che riguarda l’apparato riproduttivo femminile e che si forma nella parete muscolare dell’utero. Il fibroma può avere dimensione variabile, fino a oltre 10 cm. di diametro. Può essere asintomatico, cioè non dare alcun segno della sua presenza, ed essere evidenziato solo durante una normale visita ginecologica di routine. Spesso però presenta dei sintomi quali dolore pelvico spontaneo e/o durante i rapporti sessuali, cicli mestruali irregolari e lunghi, insolite emorragie mensili, oppure sintomi legati alla compressione della vescica o del retto.

La terapia generalmente utilizzata può essere di tipo farmacologico o chirurgico. Nel primo caso si tratta per lo più di trattamenti ormonali; l’intervento chirurgico, invece, può essere conservativo, come nel caso dell’asportazione del solo fibroma in laparoscopia – preferito in genere nelle pazienti più giovani – o nell’asportazione dell’intero utero, soprattutto nelle donne che non hanno più desiderio di gravidanze e che sono prossime alla menopausa.

Qualora il fibroma sia sintomatico ed evidenzi dolore, emorragia od aumento significativo del suo volume, il ginecologo oggi può anche indicare un trattamento alternativo, chiamato embolizzazione. Si tratta di un trattamento mini-invasivo introdotto in Italia a partire dalla fine degli anni ’90 ed eseguito in pochi selezionati centri, tra cui, in Veneto, anche presso l’ospedale di Castelfranco.

Responsabili della gestione di questa procedura presso l’ospedale castellano sono il direttore di Ostetricia e Ginecologia, dottor Sante Tosetto ed ilradiologo interventista, Stefano Cesari.

Si tratta di una tecnica tramite la quale si occludono i vasi sanguigni che irrorano il fibroma e, conseguentemente, eliminano gradualmente la massa tumorale, preservando al tempo stesso la vascolarizazione della parte sana dell’utero. La selezione dei casi viene fatta dal ginecologo, mentre la procedura di embolizzazione è effettuata dal radiologo.

La procedura è effettuata dal radiologo interventista e viene eseguita in sala angiografica, con l’assistenza di un medico anestesista, che pone la paziente in sedazione cosciente durante la procedura e che prescrive il trattamento analgesico per il controllo del dolore nelle ore successive.

Il radiologo accede alle arterie uterine attraverso la puntura di una arteria femorale. Attraverso questa via vengono introdotti appositi cateteri fino a raggiungere la sede del fibroma dove vengono rilasciate delle microsfere che bloccano il flusso di sangue all’interno del tumore.

I vantaggi di questa procedura riguardano sia aspetti clinici che gestionali: l’embolizzazione permette di ridurre molto rapidamente sia il sanguinamento che il dolore determinati dal fibroma. Il processo di riduzione della massa tumorale, invece, risulta più graduale rispetto alla tecnica chirurgica di asportazione. A differenza di quest’ultima, che richiede un ricovero di almeno due notti, però, l’embolizzazione viene eseguita in Day surgery per cui la paziente, dopo la pre-ospedalizzazione, viene ricoverata in Ginecologia e successivamente trasferita in sala angiografica per l’intervento. Al termine della procedura la paziente viene riportata nuovamente in Ginecologia e dimessa il giorno seguente. Anche il periodo di convalescenza è ridotto: i tempi di recupero si aggirano, di solito, intorno alla settimana rispetto ai 10-15 giorni previsti nel trattamento chirurgico.

La procedura radiologica è inoltre molto meno costosa di quella chirurgica.

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