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Cronaca Castelfranco Veneto

Nell'Ulss 8 un'efficace rete che assiste le donne vittime di violenza

Sarà presentata al convegno in programma venerdì 27 novembre al San Giacomo di Castelfranco Veneto. Nell'Ulss 8 prese in carico grazie al progetto codice rosa circa cento donne. Sabato 28 novembre a Treviso la dottoressa Catia Morellato riceve il premio promosso dall'Associazione Italiana Donne medico – sezione di Treviso

CASTELFRANCO VENETO In concomitanza con la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne che si commemora ogni anno il 25 novembre, l'Azienda ULSS 8 di Asolo diventa luogo privilegiato in cui approfondire la tematica. L’azienda Ulss 8 con l’Associazione Italiana donne Medico, sezione di Treviso, promuovono infatti due eventi: una celebrazione scientifica è in programma venerdì 27 novembre alle 13.30 presso a sala convegni dell’ospedale San Giacomo di Castelfranco Veneto, mentre la celebrazione conviviale è prevista per sabato 28 novembre alle 20.30 all'Auditorium Stefanini di Treviso. Punto di partenza di entrambi gli eventi è la consapevolezza che la violenza di genere più che una emergenza, è purtroppo una realtà quotidiana ed è a tutt'oggi la prima causa di morte delle donne nel mondo.

CONVEGNO DEL 27 NOVEMBRE

Il convegno del 27 novembre dal titolo “Ascolto, accoglienza e accompagnamento delle vittime di violenza: emergenza/urgenza” si pone come obiettivo quello di divulgare e implementare la cultura sulla violenza di genere tra gli operatori sanitari e non, con l'intervento di esperti del settore allo scopo di sensibilizzare i vari attori coinvolti (medici, infermieri, psicologici, assistenti sociali, consultori familiari, unità operative. ospedaliere e territoriali di ostetricia e ginecologia, associazioni di volontariato, associazioni di donne, centri antiviolenza, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, forze dell'ordine, avvocati, insegnanti) nella creazione di una “rete” che sia in grado di condividere strategie comuni per l'identificazione e la lotta alla violenza sulle donne. La dottoressa Catia Morellato, medico di emergenza-urgenza (pronto soccorso), organizzatore dell’evento, precisa che, secondo i dati raccolti dalla Società Italiana di Medicina Emergenza-Urgenza (SIMEU), presentati a Torino nel 2014, “Il pronto soccorso è il primo riferimento per un terzo delle donne vittime di violenza in Italia. Purtroppo gli atti di violenza vengono denunciati solo nel 12.4% dei casi, ma fra le donne che si rivolgono al pronto soccorso la percentuale delle denunce sale al 62.3%. Le strutture di emergenza ospedaliera sono quindi un osservatorio privilegiato sul problema della violenza di genere (da quella fisica a quella psicologica), che spesso si consuma all'interno delle mura domestiche (il 76% in Italia secondo una ricerca dell'Onu)”.

Ciò nonostante, in Italia secondo i dati Istat, il 69% dei medici di pronto soccorso dichiara di non avere mai incontrato casi di violenza di genere durante la propria attività professionale a fronte degli stessi dati Istat secondo cui una donna su tre in Italia è vittima di violenza. Sempre secondo la SIMEU, percentuali simili riguardano anche altre categorie sanitarie e specialità mediche, a dimostrazione del fatto che è necessario un intervento capillare di formazione del personale sanitario ”. “Il convegno si inserisce in un percorso formativo/educativo – spiega il dottor Pasquale Borsellino, direttore dell’Unità operativa materno-infantile età evolutiva e famiglia – svolto in collaborazione con il Consultorio familiare, per gli operatori del Pronto soccorso con l'obiettivo di migliorare l'efficacia nel riconoscere i casi di violenza non dichiarati sulla base di alcuni indicatori specifici e anche di migliorare la capacità di accogliere nel modo più adeguato possibile la vittima di violenza, facendola sentire al sicuro, accolta, ascoltata e protetta durante il necessario percorso di denuncia del reato”.

Nel tempo è aumentata anche nella realtà quotidiana la percezione che esiste un “sommerso” che purtroppo spesso non viene adeguatamente rilevato e denunciato. Negli anni scorsi l'azienda Ulss 8 ha posto l'attenzione sul tema della violenza contro le donne e ha attivato dei corsi di formazione specifici per alcune figure professionali. Inoltre con il “Progetto Adele”, inserito all'interno del progetto “Codice Rosa”, si è realizzato un percorso “virtuoso” di presa in carico della donna vittima di violenza di genere che ha visto coinvolto anche il personale del Pronto soccorso. Attualmente nel territorio dell'Ulss 8 sono attivi due centri antiviolenza, uno a Montebelluna (Centro Antiviolenza Stella Antares) e uno a Castelfranco Veneto (Centro Antiviolenza N.I.L.D.E.), mentre a Montebelluna è attivo anche un centro di ascolto per uomini maltrattanti. “L’Azienda si è fatta promotore di un percorso interno molto importante di integrazione in rete di tutti i servizi ospedalieri e territoriali, sanitari e sociali, al fine di dare una risposta integrata da parte di tutti alla donna vittima di violenza, indipendentemente dal servizio a cui si rivolge; una vera presa in carico della donna”- dichiara la dottoressa Paola Corziali, Direttore Sanitario dell’Azienda ULSS n. 8 - E’ stata ormai completata la formazione del personale di Pronto soccorso su questo “Sistema aziendale e territoriale di assistenza”; successivamente verrà ampliato il percorso formativo anche ad altri operatori aziendali e soprattutto anche ai medici di medicina generale ed ai pediatri di libera scelta con l’obiettivo di renderli più sensibili a cogliere le situazioni familiari molto difficili, appoggiandosi alla rete strutturata per questo”.

DATI ULSS

- Donne prese in carico attraverso il Pronto soccorso attraverso la procedura del codice rosa: circa un centinaio nei primi 10 mesi del 2015

- Donne attualmente (con figli a carico) assistite con uno specifico percorso socio-assistenziale attraverso il Consultorio familiare: 38

- Donne (con figli a carico) inserite all'interno di una rete di protezione: 3


CONSEGNA PREMIO DONNA DI MEDICINA DEL 28 NOVEMBRE

E' in programma sabato 28 novembre alle 20.30 all'Auditorium Stefanini di Treviso. La sesta edizione del premio Donna di Medicina, ideato nel 2009 dalla dottoressa Sara Tabbone, fondatrice nel 2005 della Associazione Italiana Donne Medico di Treviso, è dedicata alle attività di contrasto contro la violenza sulle donne. Il premio sarà consegnato alla dottoressa Catia Morellato, del Pronto soccorso dell'Ulss 8 che da tempo è impegnata nel portare avanti progetti di prevenzione ed assistenza contro la violenza sulle donne ed in particolare l'introduzione del codice rosa. Il premio è destinato a laureate in medicina e chirurgia, socie AIDM e non socie, giovanissime e meno giovani che si siano distinte per un’eccellente condotta professionale praticata con impegno sociale e di solidarietà, in Treviso e provincia. Il premio è unico, nel suo genere, in ambito nazionale, e nasce dal desiderio di dare riconoscimento alle donne medico che come tutte le donne sono molto impegnate e poco premiate. “Il premio – spiega la presidente dell'Aidm, Maria Domenica Pedone - è assegnato su segnalazione di tutti i medici della provincia, chiamati a farlo a mezzo stampa, sul bollettino dell'Ordine e le colleghe segnalate vengono votate dall'Assemblea della Sezione, dopo un'attenta valutazione di un apposito comitato scientifico. Nelle ultime due edizioni è stata introdotta la novità rappresentata dal fatto le colleghe premiate sono anche responsabili scientifiche di un convegno che viene organizzato nella materia di loro pertinenza o su un progetto sociosanitario che hanno in atto.

La consegna del premio sarà seguita dal concerto del coro multietnico “Voci dal mondo”, nato nel 2008 nel difficile quartiere di Via Piave a Mestre come progetto socioculturale promosso dal Servizio Etam del Comune di Venezia insieme ai cittadini del Gruppo di Lavoro di Via Piave. A Giuseppina Casarin si affida la conduzione di questo laboratorio cittadino che nel corso della sua attività si è espresso come esempio virtuoso in cui le pratiche musicali hanno costituito un veicolo efficace di confronto, incontro, conoscenza, integrazione, solidarietà. L’azione del coro nella città oggi costituisce lo scenario performativo in cui persone diverse, per lingua, cultura, religione, cercano di incontrarsi e stare insieme. Partecipano a questa esperienza cittadini provenienti da Moldavia, Romania, Ucraina, Spagna, Francia e Italia per l’Europa; Bangladesh, Sri Lanka, per l’Asia; Nigeria, Somalia e Sierra Leone per l’Africa.

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