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Cronaca

Riaperto dopo 13 anni il caso Unabomber: seminò il terrore a Nordest dal 1994 al 2006

La magistratura riaprirà le indagini sul caso del misterioso attentatore che ha seminato il panico tra Veneto e Friuli. Il procuratore di Trieste, Antonio De Nicolo: «Pensiamo che qualcosa possa essere ancora fatto»

Il procuratore di Trieste, Antonio De Nicolo, ha deciso di riaprire il caso Unabomber, a 13 anni dall'archiviazione del fascicolo sul misterioso attentatore del Nordest. L'intenzione della procura è quella di trovare nuovi indizi nei vecchi reperti utilizzando i nuovi strumenti di cui dispongono adesso le forze dell'ordine: «Abbiamo deciso di riaprire il caso Unabomber - ha spiegato De Nicolo - perché pensiamo che qualcosa possa essere ancora fatto. Il primo passo sarà un censimento completo dei reperti».

Il caso Unabomber riaperto dopo 13 anni

Il reato ipotizzato è attentato con finalità di terrorismo, lo stesso che allora legava 28 ordigni piazzati fra Veneto e Friuli-Venezia Giulia in 12 anni, dal 1994 al 2006. Per procedere la Procura sta solo aspettando che l'archivio restituisca fascicolo. Tutto sarebbe partito dalle richieste presentate di recente da due vittime di Unabomber, Francesca Girardi e Greta Momesso. In particolare è stato evidenziato come un capello e della saliva trovati su un uovo rimasto inesploso il 3 novembre del 2000 in un supermercato di Portogruaro e attribuito al bombarolo potrebbero essere rianalizzati con le nuove tecnologie investigative. Sfruttando anche la banca dati del Dna che è nata proprio quando il procedimento veniva archiviato.

Era il 2009 e in quel fascicolo c'era il nome di un indagato: l'ingegnere Elvo Zornitta, iscritto nel 2004 e archiviato quando gli inquirenti scoprirono che la prova regina contro di lui, un lamierino rinvenuto in un ordigno, era stato manomesso da un poliziotto della scientifica, Ezio Zernar. A questo punto l'indagine su Unabomber e il solo processo che venne celebrato fu quello a Zernar per la manomissione della prova, chiuso con una condanna.

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«Sono felicissimo che riaprano le indagini perché spero che così possano finalmente svanire anche gli ultimi sospetti sul mio cliente - ha dichiarato l'avvocato Paniz, difensore di Zornitta -. Al tempo stesso mi sembra però difficile che possano scoprire cose nuove: i reperti erano stati passati tutti al setaccio dal Ris e da tre Procure». In linea teorica, può essere nuovamente indagato Zornitta? «Sì, ma non per il fatto oggetto del precedente procedimento, cioè per l'ordigno del lamierino, dove c'è un giudicato insuperabile» ha risposto Paniz.

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