Vende un finto vaso di Murano per 10mila euro: gallerista indagato
Gianluca Campopiano, 48enne trevigiano già noto all'autorità giudiziaria, è accusato di aver venduto un'opera non autentica a un esperto d'arte torinese che l'ha smascherato
Gallerista di professione ma soprattutto con un curriculum giudiziario di tutto rispetto: dalle truffe dei dipinti d'autore falsi alle appropriazioni indebite. Per Gianluca Campopiano, 48enne trevigiano che a Treviso deve sostenere già due processi, arrivano altri guai giudiziari.
L'uomo è stato infatti indagato dalla Procura di Treviso per i reati di sostituzione di persona e violazione delle norme contenute nel codice dei beni culturali. Ad averlo denunciato è un conoscente a cui, in permuta per il saldo di un debito, ha consegnato un vaso di Murano attribuito al maestro Napoleone Martinuzzi del valore di quasi 10mila euro, corredato del certificato di autentificazione redatto dall'esperto d'arte torinese Franco Borga. Ma il documento, è stato appurato, è un falso. La vicenda viene risale alla fine del 2017. Campopiano, per regolare una partita di dare-avere con un conoscente propone alla persona a cui deve soldi di transare con la consegna di una vaso in vetro di Murano che viene attribuito al maestro Napoleone Martinuzzi, figura storica dell'arte vetraia. Per confermare l'autenticità del pezzo Campopiano consegna anche una certificazione firmata dall'esperto Franco Borga, noto per la sua competenza in vetro d'arte e molto conosciuto nel mondo dell'arte, tra le altre cose, per aver creato nella Chiesa di St. Martin de Rosiers, ad Albon nella Drome in Francia, una monumentale una vetrata di 60 mq dal titolo "Grand Vitrail".
Il documento è datato 17 maggio del 2017. Ma visti i precedenti del 48enne il conoscente decide di fare una verifica e contatta il maestro Borga. Lo va a trovare a Torino e gli mostra il certificato. «Non è mio - sbotta Borga - Tanto più che io non ho una particolare competenza nel vetro di Murano». Borga decide allora di andare a fare denuncia ai carabinieri del capoluogo piemontese e poco dopo le carte dell'inchiesta passano alla Procura di Treviso. Dopo essere stato indagato Campopiano subisce anche una perquisizione in casa, durante la quale però non viene trovato nulla di rilevante. «Quel vaso e quel certificato - ha raccontato l'uomo agli inquirenti - mi è stato dato da una terza persona di Padova». Di cui però Campopiano ricorderebbe solo il nome e non il cognome. Assodato che il maestro Borga non ha mai redatto nessun certificato di autenticità del vaso ed escluso che lo si possa attribuire a Napoleone Martinuzzi la Procura di Treviso ha ora disposto una perizia per stabilire se almeno si tratti di vetro di Murano e non piuttosto di un fondo di bottiglia spacciato per il lavoro di un mastro vetraio dell'isola veneziana.