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Cronaca Vedelago

Finge di essere il comandante dei carabinieri, 40enne finisce a processo

Tere Virco, residente in provincia di Vicenza, è accusato di aver fermato due giovani che erano in scooter e aver chiesto loro 20 euro per evitare il sequestro del mezzo dicendo che era a capo della stazione dell'Arma di Vedelago. L'uomo, imputato per estorsione e usurpazione di posizione pubblica, rischia una pesante condanna

«Sono il Maresciallo comandante della stazione dei carabinieri di Vedelago, lei ha commesso svariate violazioni al codice della strada, paghi 20 euro di multa. Se fosse stato vero il giovane che era alla guida dello scooter incriminato, su cui si trovava anche una ragazza come passeggero, avrebbe potuto pensare che, in fondo, se l'era cavata con poco. Ma le circostanze in cui era stato fermato e soprattutto il fatto che la macchina con a bordo "il maresciallo" era una comune utilitaria, peraltro senza tappo sul serbatoio, lo hanno insospettito. Il caso ha voluto che un amico, chiamato dalla giovane e accorso sul posto, prendesse il numero di targa della macchina del "asserito carabiniere" e, fatta una verifica, scoprisse che l'intestatario era tale Tere Virco, un vicentino di 40anni, che con l'Arma non c'entrava proprio nulla. L'uomo adesso è a processo con la gravissima accusa di estorsione e usurpazione di posizione pubblica.

La vicenda risale all'agosto del 2016. I due giovani, entrambi 18enni, erano a Vedelago e si stavano recando ad una festa di compleanno a bordo di uno scooter che è omologato per portare due persone. Ad un certo punto sarebbero stati affiancati da un'auto, che facendo segnali con i fari e affiancandoli avrebbe cercato di fermarli. «Ma lo sai che non si può andare in due in motorino?» avrebbe esclamato Virco, qualificatosi come il capo della locale stazione dei carabinieri. «Qua ci sono tutti gli estremi per un sequestro del mezzo» avrebbe continuato. E, per rendere la sua versione più credibile, fa una finta telefonata, chiedendo rinforzi ed un carro attrezzi per portare via il mezzo.

Intanto sul posto accorre un amico, chiamato dalla ragazza. A quel punto il 40enne avrebbe detto al guidatore dello scooter, in evidente stato di shock: «Va bene, se mi dai 20 euro la chiudiamo qua». I giovani hanno però la prontezza di riflessi di prendere nota dal numero della targa e, fatte un paio di telefonate, riescono a scoprire l'inganno.

Il legale di Virco, l'avvocato Stefania Bertoldi, conta di riqualificare il reato in una truffa, che comporterebbe una pena decisamente inferiore rispetto a quanto previsto per l'estorsione. Si torna in aula nel maggio per la sentenza.

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