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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Sant'Antonino / Via S. Venier

Il Vescovo e la Caritas di Treviso presenti alla veglia di preghiera dedicata ai migranti

"Ascoltiamo il silenzio", questo il nome dato dalla Caritas trevigiana alla serata di preghiera e raccoglimento in memoria di tutti i migranti che hanno perso la vita in mare

TREVISO Si è tenuta nella serata di venerdì 6 ottobre, alla Casa della Carità di Treviso, la veglia di preghiera in ricordo di tutti i migranti che hanno perso la vita nei loro viaggi della speranza verso l'Italia.

L'iniziativa, promossa dalla Caritas diocesana è stata fortemente voluta dal vescovo di Treviso Gianfranco Agostino Gardin. Fondamentale, durante la veglia, il silenzio durante la preghiera, per ricordare il vuoto che la scomparsa di queste persone ha lasciato nelle esistenze dei loro familiari. "Il nostro intento è stato semplicemente quello di pregare insieme e lasciare che le parole che papa Francesco ci ha suggerito nel messaggio per la giornata mondiale del migrante e rifugiato del 2018 diventassero il programma della nostra vita". Hanno dichiarato gli organizzatori dell'evento. Concise ma profonde le parole pronunciate dal vescovo che ha stretto le mani dei migranti presenti alla veglia e pregato insieme a tutti i partecipanti. "Siamo chiamati ad assumerci la responsabilità di abbattere i muri dell’indifferenza e dell’egoismo, per costruire ponti di giustizia e di condivisione. Accogliere, proteggere, promuovere e integrare sono concretamente una modalità con cui vivere il Vangelo ai nostri giorni. Abbiamo la possibilità di trasformare le difficoltà in opportunità di crescita per un mondo migliore e più giusto. Il silenzio della nostra preghiera possa essere il luogo dove ciascuno accolga l’appello a fare insieme agli altri un passo nuovo verso la pace e la comunione".

"Il nostro silenzio di questa sera sia un silenzio abitato, e forse più eloquente di ogni parola - ha detto il vescovo Gianfranco Agostino Gardin -. Faccia risuonare dentro di noi il dolore pacato, la vergogna sincera, l’indignazione mite, il sussulto della coscienza, la commozione intensa, il desiderio intenso di un mondo nuovo, la domanda accorata di dignità per tutti, la volontà di dare un volto più umano a questo mondo. E per chi è credente ospiti la preghiera che chiede la forza di cambiare: perché io cambi, perché noi cambiamo. Vorrei che il nostro silenzio - che dice anche la nostra impotenza, il nostro smarrimento, la nostra desolazione - fosse riempito da una specie di tenerezza verso quei morti che cercavano la vita: quasi una carezza, sia pur a distanza di tempo e di spazio, sul loro volto morente, disperato, sui loro occhi che cercavano la riva dell’approdo, sulle loro mani protesi verso una mano soccorritrice che non c’era o che non ce l’ha fatta. Il Signore, che ama soprattutto gli ultimi dell’umanità, doni a loro la vera pace e il vero bene, a noi un autentico e limpido desiderio e impegno di giustizia e di solidarietà". Al termine della veglia i presenti hanno posato per una foto con le braccia aperte, aderendo così alla campagna Share the Journey (Condividiamo il viaggio), promossa da Caritas Internationalis e lanciata da papa Francesco.

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